I numeri non mentono

Numeri, comunicazione e verità. Argomenti difficili da affrontare in un anno dove quotidianamente siamo bombardati da numeri che ufficialmente dovrebbero informarci, ma spesso servono per farci tenere comportamenti ritenuti virtuosi stimolando le nostre paure.

È vero, la paura serve: ci mantiene vigili, prudenti e reattivi. Il panico invece è letale perché ci paralizza ed è una condanna senza appello.

I numeri tuttavia sono l’unica strada percorribile per distinguere i fatti dalle strategie e non restare impantanati.

Se da un lato sono le discipline umanistiche che rendono la vita degna di essere vissuta dall’altro i numeri e le discipline scientifiche ci permettono di avere una vita da spendere come preferiamo.

Vediamo insieme alcuni numeri dell’economia e del mio settore in particolare.

Nel precedente articolo vi avevo preannunciato un’asta molto particolare: la vendita online di un diamante, taglio ovale, di oltre 102 ct. senza prezzo di riserva.

Foto: Sotheby’s – ct. 102.39 D/Fl

Molti l’hanno considerata una mossa incauta, alcuni immaginavano addirittura che questa gemma da sogno sarebbe stata venduta per pochi dollari.

Risultato? Diamante venduto per 15,7 milioni di dollari superando di quasi il 9% le quotazioni Rapaport.

Visto che i numeri hanno senso solo se confrontati correttamente vi suggerisco di leggere il mio articolo sugli sconti per capire l’importanza di quel “9%”.

Certo non si sono raggiunti i record del 2017 quando il famoso diamante “The art of de Grisogono”, un cioccolatino di 163,41 ct, è stato venduto per 33,7 milioni.

Tuttavia confrontando i prezzi al carato, si capisce che il 34% in più spuntato da quest’ultimo è dovuto in gran parte alle dimensioni, ancora più rare, e al taglio smeraldo, da sempre il più amato per le pietre “importanti”.

Photo courtesy: Christie’s – The art of De Grisogono

Altre valanghe di numeri tentano di descriverci lo stato dell’economica. Per quanto la situazione sia seria, per alcuni addirittura tragica, accomunare tutti i settori descrivendo solo scenari da incubo è sbagliato.

Anche nei periodi peggiori c’è sempre qualcuno che riesce a volgere a proprio vantaggio la situazione e ad avere successo. La cosa più importante da notare però sono le persone che non si arrendono e cercano comunque una via di uscita e un nuovo equilibrio. Sono loro che oltre a limitare i danni riescono a creare realtà solide e prospere per il futuro.

Anche il mio settore affronta le conseguenze della pandemia e i numeri, nuovamente, ci dicono come.

Con lo stop forzato di questa primavera abbiamo, a livello aggregato, sospeso gli acquisti di grezzo utilizzando le nostre scorte per servire i pochi clienti che operavano.

Con la riapertura il mercato si è ripreso, sempre a livello aggregato, e le scorte si sono esaurite. Siamo quindi tornati a comprare grezzo da tagliare. Quanto? +40% rispetto al mese precedente e, cosa più importante, +57% rispetto a ottobre 2019.

E non si tratta di pietre eccezionali da milioni di dollari. Sono pietre “normali”, quelle che si sono sempre comprate e vendute, sia come gioielli sia per investimenti.

In Italia la situazione è più complicata non perché stiamo peggio di altri paesi ma perché, a mio parere, siamo più spaventati da una comunicazione intimidatoria e non sempre trasparente.

A fine marzo avevo fatto le mie ipotesi, ipotizzando uno scenario inflattivo che sembra ancora non realizzarsi. Oggi moltissimi analisti ammettono che l’unica ragione di un’inflazione così bassa è che il denaro non circola.

Alla fine il denaro riprenderà a circolare

e allora dovremo aver già fatto le nostre mosse altrimenti sarà tardi.

A novembre sarà interessante vedere l’effetto delle elezioni americane sul dollaro: molti prevedono un forte rimbalzo in caso di vittoria di Trump a causa anche dell’attesa ripresa economica promessa dal presidente in carica.

Una cosa è certa: se milioni di cittadini credono che ci sarà una ripresa allora modificheranno il loro comportamento e saranno proprio loro gli artefici della ripresa.

La borsa valori è maestra nell’anticipare questi “sentiment” e li registra nelle quotazioni.

Di nuovo i numeri ci aiutano: negli ultimi sei mesi la borsa americana ha recuperato tutto quello che aveva perso a marzo mentre quella italiana ha recuperato solo il 55%.

Lo scenario economico è senz’altro complesso e non pretendo di avere la soluzione per tutti i problemi. Noto però che il prezzo più alto è pagato da chi resta immobile, in attesa che si presenti la proverbiale occasione.

Le occasioni ci sono ma serve coraggio per coglierle: che sia un investimento azionario per anticipare la ripresa (magari nel settore farmaceutico, in vista di un vaccino?), l’acquisto di diamanti o un qualunque altro investimento non abbiate paura, informatevi, credete ai numeri e, soprattutto, riponete la vostra fiducia in chi i numeri ve li presenta senza trucchi.

Per assistervi al meglio ho stretto una nuova collaborazione con un’azienda di consulenza finanziaria indipendente che potrebbe esservi molto utile. Curiosi? Iscrivetevi alla newsletter perché questa informazione è riservata agli iscritti.

Alla prossima,

Paolo Genta