Pur non essendo le uniche, queste caratteristiche sono le prime da verificare.
Il colore è indicato da una lettera. La H si associa ad un diamante bianco, lettere inferiori (I, J, K…) rappresentano una pietra con una saturazione di giallo sempre più elevata, mentre lettere superiori (D, E, F, G) sono riservate a diamanti di un bianco sempre più “puro“.
Il colore è determinato da un esperto sotto una luce con una temperatura cromatica ben precisa e tramite confronto con una pietra di paragone certificata.
La purezza del diamante è indicata da sigle che descrivono le inclusioni presenti nella pietra e le loro caratteristiche. L’analisi deve essere effettuata da un’esperto al microscopio, a 10 ingrandimenti.
La scala di purezza va da IF (Internally flawless, internamente esente da inclusioni) a I3 (inclusioni grandi e numerose, molto facilmente visibili ad occhio nudo attraverso la corona. Riduzione sensibile della brillantezza del diamante).
La scala completa comprende i seguenti giudizi: IF – VVS1, VVS2 – VS1, VS2 – SI1, SI2, SI3 – I1, I2, I3.
Il peso dei diamanti è espresso in carati (ct) che corrispondono a 0,2 grammi. I centesimi di carato sono detti punti: è equivalente dire che una pietra pesa 0,30 ct o 30 punti. La tabella qui sotto riportata evidenzia la corrispondenza tra il peso e la dimensione dei diamanti.