Come proteggere oggi i nostri risparmi
Parlare di risparmi non è mai facile. La situazione che stiamo vivendo non ha precedenti, siamo spaventati per l’oggi e ancora di più per il domani.
Non mi piace rassegnarmi agli eventi ecco perché anche nei periodi più difficili cerco sempre di capire cosa succede e soprattutto quali saranno le conseguenze.
Occuparci oggi dei nostri risparmi è indispensabile, quando la pandemia sarà solo un ricordo dovremo aver già fatto le nostre scelte.
Le mie considerazioni non vogliono giudicare o polemizzare con la gestione della crisi, ma analizzare, necessariamente a freddo, i fatti che sono riuscito a verificare.
Ecco il focus che ho scelto per analizzare l’argomento:
- La pandemia è solo una parte della crisi
- Le conseguenze economiche saranno pesanti
- Ci sarà un aumento dei prezzi a causa della valanga di denaro immessa nel sistema
- L’inflazione divora i risparmi. Per proteggerci servono beni di valore concreto.
- Prediligo lo scenario inflattivo perché la deflazione è una lapide senza appello.
Spaventati e incuriositi? Andate oltre la prima sensazione per capire dove vi voglio portare.
A cosa stiamo andando incontro?
La situazione è incredibilmente complessa come lo è il mondo che abbiamo costruito: interconnesso, globalizzato e con la finanza come obbiettivo supremo.
A mio avviso il conto, già tragico, che stiamo pagando in termini di vite umane a causa della pandemia, sarà ben poca cosa rispetto alle conseguenze economiche.
In tutto il mondo si stanziano risorse gigantesche per evitare il collasso del sistema ed aiutarci a non consumare tutti i nostri risparmi.
Ecco migliaia di miliardi di Euro e Dollari che sembrano spuntare dal nulla per salvare milioni di persone costrette a fermarsi per fermare il virus.
Il cuore del problema
Questa montagna di denaro nasce dal nulla. Viene creata dalle banche centrali da decenni per sostenere i mercati dopo ogni crisi.
Purtroppo questo sostegno ci allontana sempre più dal concetto di valore reale creando una menzogna metodica che però è universalmente accettata: la ricchezza può essere creata dal nulla e moltiplicata all’infinito.
Questa menzogna tuttavia ha portato all’abbandono dei beni con un valore intrinseco reale, come l’oro, perché non essendo stampabili all’infinito non ci permettevano questo giochino.
Quando una menzogna è accettata da tutti diventa la nuova verità e quindi tutti continuiamo a percorrere questa strada.
A livello inconscio percepiamo la pericolosità di questo sistema
Durante le crisi la paura ci fa riscoprire i beni rifugio perché quando il castello di carte traballa cerchiamo sicurezza e valori concreti, reali.
Negli anni ’70: ci furono due shock petroliferi che crearono molti problemi, sotto alcuni aspetti simili alla situazione di oggi: persone costrette a rimanere a casa, circolazione privata a targhe alterne o addirittura bloccata, carenze di carburanti per le attività produttive, austerity, chiusura anticipata dei locali, insegne spente.
Anche quella crisi fu affrontata con massicce iniezioni di denaro e fu superata ma a caro prezzo: forte inflazione e conseguente erosione dei risparmi.
Oggi andrà diversamente?
Forse. Tutto dipenderà dal benessere sociale che preferisco valutare tramite la capacità di spesa e non dalla crescita degli indici di borsa.
In altre parole una società è prospera non solo se permette ai suoi membri di lavorare ma soprattutto se garantisce che i risparmi faticosamente guadagnati abbiano un valore sufficiente per acquistare i beni desiderati.
Purtroppo mi aspetto problemi su entrambi i fronti: una chiusura prolungata delle attività porterà ad un pesante aumento della disoccupazione e chi resterà sul mercato probabilmente alzerà i prezzi per recuperare il fatturato perso a causa dello stop.
I fondi stanziati (o, meglio, stampati) per superare la crisi altro non sono che inflazione.
Alcuni temono per l’introduzione di tasse patrimoniali su depositi e sugli investimenti. Non so se questa strada sarà percorribile ma l’ipotesi va considerata.
Inflazione o deflazione?
Stranamente spero nell’inflazione, se non fisiologica almeno non troppo alta. Preferisco essere smentito nelle mie previsioni anziché assistere ad alcuni possibili scenari futuri.
Quello che mi spaventa davvero è la deflazione: un costante discesa dei prezzi che semplicemente distrugge il sistema. I prezzi calano quindi i consumi vengono rimandati per poter spendere meno. Tuttavia questo farà fallire moltissime aziende, ridurrà gli stipendi e il valore dei nostri beni e porterà ad un ulteriore rinvio dei consumi.
Come se questo non bastasse i nostri debiti non si ridurranno nella stessa misura e diventeranno rapidamente insostenibili.
Ecco perché la deflazione mi spaventa perché è praticamente inarrestabile.
Come proteggere i nostri risparmi da tutto questo?
L’inflazione è la tassa occulta che permette ai governi di finanziare la spesa pubblica senza imporre apertamente nuove tasse. Ci siamo affidati ai mercati finanziari per proteggere i nostri soldi da questa tassa ma non sempre con il successo sperato.
Già a gennaio avevo suggerito agli iscritti alla mia newsletter, il disinvestimento della parte azionaria dei portafogli per evitare il prevedibile crollo dovuto all’epidemia. Ma come impiegare i capitali così salvati?
Vi suggerisco una diversificazione che riduca i rischi e vi offra la possibilità di una buona rivalutazione.
Contanti, oro e diamanti
A mio parere sono questi i tre elementi che devono essere presenti in tutti i portafogli.
Ovvia l’importanza della liquidità, specialmente se la crisi durerà a lungo, ma la si dovrebbe tenere al minimo perché i soldi lasciati sui conti correnti verranno inesorabilmente consumati dall’inflazione.
L’oro ha storicamente protetto il potere di acquisto degli investitori. A mio parere è un’ottima soluzione perché unisce una elevata liquidabilità ad una buona possibilità di rivalutazione. L’unica controindicazione è che le eventuali plusvalenze saranno tassate al 26%.
Qui potete leggere l’articolo che ho scritto lo scorso settembre sugli investimenti in oro.
I diamanti hanno sempre riservato piacevoli sorprese nei momenti di crisi.
Un occhio alla storia
Il grafico riporta l’andamento dei prezzi, dal 1978 a oggi, di tre pietre, tutte da 1 carato, con tre qualità diverse: il top (D/If), una molto buona (F/Vvs2) ed una commerciale (H/Vs2).
In soli 3 anni il prezzo dei diamanti è quasi triplicato. Il benessere ritrovato e le aspettative di grossi guadagni in borsa hanno poi fatto ripiegare le quotazioni fino al 1985 dove hanno ripreso la loro lenta ma costante risalita.
Le crisi recenti
Anche dopo la crisi finanziaria del 2007 i diamanti hanno avuto performance notevoli.
Come si nota le pietre più soddisfacenti sono state quelle commerciali e quelle molto buone mentre le pietre “Top” sono rimaste al palo. Altra nota positiva è l’attuale esenzione per gli eventuali utili realizzati.
Chi ha tempo non aspetti tempo
Tutelare i propri risparmi per sopravvivere a questa crisi (e a quello che verrà) è possibile ma occorre muoversi per tempo e con oculatezza per non perdere il proverbiale treno.
Ora tocca a voi agire! Proprio adesso che siamo bloccati in casa è il momento di impiegare saggiamente il nostro tempo per informarci e studiare le strategie che ci permetteranno un domani di non rimpiangere l’opportunità persa.
Ecco perché mi farebbe piacere parlare con voi di questi argomenti. Proprio dal confronto di opinioni, anche molto diverse, spesso nascono buone idee utili per tutti.
Alla prossima.