Diamanti: molto rumore per nulla, o forse no?
Venerdì 20 marzo: una data che resterà impressa nel mercato dei diamanti. Come ogni venerdì i professionisti del settore attendevano l’uscita del nuovo listino Rapaport per capire l’andamento del mercato.
Immaginate la sorpresa quando, aperta la mail, abbiamo scoperto che i prezzi avevano subito un calo del 6 – 7%. Se qualcuno avesse rubato tutta la borsa diamanti di Anversa, edificio e caveau compresi, l’effetto sarebbe stato meno dirompente.
Sommerso da una valanga di mail da parte di clienti infuriati Martin Rapaport, presidente dell’omonimo gruppo, ha effettuato un sondaggio tra gli iscritti per chiedere se preferissero una sospensione delle pubblicazioni fino a maggio oppure la loro continuazione. Il 71,9% ha chiesto e ottenuto la sospensione fino al 1 maggio.
Cosa è successo dietro le quinte?
Il contesto è noto: pandemia e sistema economico in chiusura per limitare i contatti sperando di frenare così i contagi.
Chi ha potuto si è organizzato per continuare l’attività a distanza senza mettere a rischio la salute dei clienti, dei collaboratori oltre alla propria.
In questa situazione le scorte di magazzino sono l’ossigeno di un’azienda e vedersele deprezzare a sorpresa non fa esattamente piacere.
Tra grossisti si è felici quando si porta a casa un utile del 2 – 3% quindi un calo del 6 – 7% è l’equivalente di una coltellata alla gola.
Per non finire travolto Mr. Rapaport ha organizzato per il 31 marzo un webinar dove ha provato a spiegare le ragioni che lo hanno portato alla pubblicazione di un listino subito soprannominato “di guerra”.
Chiedersi “Ci è riuscito?” non è a mio avviso la domanda più importante. Credo sia molto più utile capire cosa sia realmente successo e provare a prevedere l’evoluzione del mercato. Facciamolo insieme per passi.
Passo n° 1: Analisi dei fatti
Ok, il listino è sceso ma… Come? Quanto? Rispetto a quando?
Martin Rapaport ha sempre dichiarato che il suo listino rappresenta i prezzi massimi richiesti, a livello professionale, per una certa categoria di diamanti con ben determinate caratteristiche.
Nei decenni questo listino è diventato il riferimento di prezzo per gli acquirenti finali mentre i grossisti acquistano con uno sconto più o meno ampio.
In questa analisi non sono importanti i valori ma il meccanismo quindi quantificare questi sconti non è utile.
Rapaport ha dichiarato di aver raccolto ed elaborato i dati secondo la solita procedura e di aver pubblicato con l’usuale trasparenza i risultati.
I suoi detrattori affermano che a mercati chiusi i prezzi rilevati erano al meglio teorici, più probabilmente casuali.
Se però consideriamo i prezzi in euro grazie alla svalutazione del dollaro la storia cambia: il calo è stato solo del 2,7 – 3,7% e se ricordiamo che dal 22 novembre 2019 i prezzi erano cresciuti del 2,5 – 4% il panorama appare ben diverso.
Tirando le somme per chi utilizza l’Euro da novembre a fine marzo alcuni diamanti sono calati dello 0,2% mentre altri sono cresciuti dello 0,3%. Nello stesso periodo la borsa italiana ha perso il 32,3%.
Passo n° 2: Reazioni
La stragrande maggioranza degli intermediari si è sentita comunque tradita in un momento estremamente delicato. Tutti stavamo impostando le strategie per il periodo di stop forzato e i nuovi prezzi hanno rischiato di far saltare molti contratti oltre a destabilizzare il mercato.
Da molti anni Rapaport ha istituito un circuito di scambio telematico, denominato Rapnet, sul quale moltissimi grossisti si scambiano i diamanti per rifornire i mercati mondiali generando miliardi di dollari di fatturato ed ottime commissioni per Rapaport!
La prima reazione è stata la minaccia di ritirare in blocco gli stock di diamanti dal circuito Rapnet migrando in massa verso altri circuiti disponibili.
La seconda è stata la promessa di non rinnovare l’abbonamento al listino Rapaport.
La terza è arrivata dai clienti finali di questo settore, i gioiellieri, che hanno accettato senza problemi il nuovo listino sperando in un inaspettato guadagno attraverso la rinegoziazione delle forniture, forti dei prezzi già fissati con i clienti privati.
A volte ripetere è utile: il prezzo dei diamanti a fine marzo era lo stesso dello scorso novembre.
Passo n° 3: Conseguenze
La conseguenza più interessante è, a mio parere, la scelta, praticamente globale, di rifiutare l’utilizzo del listino del 20 marzo mantenendo in vigore quello precedente.
La scelta è solo apparentemente dettata dall’avidità perché, nei fatti, i prezzi per i clienti finali non sono mutati. La reale motivazione è il desiderio di boicottare Rapaport.
L’opportunità interessante è dare la caccia alle pochissime pietre vendute secondo il nuovo listino e con uno sconto interessante. Ne ho trovata qualcuna ma, come potete immaginare, non sono l’unico alla ricerca di queste occasioni.
Passo n° 4: Strategie
Aspettando la nuova pubblicazione il mercato ha cercato e trovato un suo equilibrio: chi ha mantenuto il vecchio listino ha aumentato gli sconti, i pochi che utilizzano quello nuovo li hanno ridotti.
In altre parole non è cambiato molto. In attesa della riapertura, quando si scoprirà il reale andamento della domanda, i più hanno scelto di non agire.
Pochissimi operatori hanno scelto di offrire un numero esiguo di pietre al nuovo prezzo e con un generoso sconto, più per generare liquidità che per scelta strategica: si tratta spesso di pietre ferme da troppo tempo per le quali il rialzo dell’euro basta a generare l’utile sperato.
Passo n° 5: Futuro
La vera partita si giocherà adesso, e sarà variegata come lo sono state le politiche scelte per affrontare la pandemia. Tutto si giocherà sulla ripartenza del ciclo produttivo.
La prima distinzione sarà tra i diamanti utilizzati come beni di consumo (seppur di lusso) e quelli tesaurizzati per il futuro.
Inutile addolcire la pillola: si acquista un bene di consumo di lusso solo se non si hanno preoccupazioni economiche impellenti altrimenti ci si limita agli acquisti davvero importanti.
Credo che per molti mesi (anni probabilmente) i clienti che penseranno ad un gioiello con diamanti si ridurranno ulteriormente.
I regali preziosi non spariranno, fanno parte del nostro modo di essere animali sociali ma ci si orienterà verso altre pietre che pur essendo splendide sono economicamente meno impegnative.
Il diamante verrà riservato alle occasioni più importanti come lauree, fidanzamenti, nascite, anniversari o compleanni particolati.
Il successo dei diamanti come garanzia per il futuro dipenderà invece dalla paventata crisi di liquidità.
Mi ricordo che i miei nonni mettevano sempre da parte una quota del reddito: anche se non si aveva molto ci si ricordava di quando si aveva ancora di meno e, per prudenza, si risparmiava.
Le persone più benestanti si stanno interrogando su eventuali tasse patrimoniali e su come evitarle, altri sono stati scottati (per l’ennesima volta) dai mercati finanziari e stanno cercando alternative.
In sintesi chiunque abbia un minimo di disponibilità sta pensando a come proteggersi, molti pensano a come metterle a frutto e alcuni si stanno finalmente rivolgendo a oro e diamanti per non essere colti impreparati dalla prossima crisi.
Come nel precedente articolo oltre ad affrontare il tema della protezione dei risparmi, sottolineavo l’importanza della tempestività oggi vi ricordo che i trend vanno identificati il prima possibile per poterli cavalcare con successo.
In caso contrario si possono inseguire, rimpiangendo il treno mancato o, cosa peggiore, salire a bordo quando i giochi sono ormai fatti e rimanere con il proverbiale cerino in mano.
Alla prossima.