Investire in diamanti è un affare complicato?
Investire in diamanti è un argomento che si ripropone ogni volta che i mercati sono in subbuglio e, puntualmente, si riaccende la discussione tra favorevoli e contrari.
Inutile dire che io sono tra i favorevoli e non solo perché li vendo!
Sono favorevole soprattutto perché negli anni ho visto i risultati che hanno portato grazie a una corretta gestione.
Tuttavia è giusto analizzare anche le motivazioni dei detrattori.
Se non si ascoltano i dubbi dei potenziali clienti difficilmente si guadagna la loro fiducia.
Inoltre si può sempre imparare e scoprire eventuali punti deboli nelle proprie convinzioni.
La situazione oggi
che sia difficile è evidente: siamo sotto il fuoco incrociato di:
- rincari folli
- inflazione in crescita
- mercati ballerini
- crollo delle criptovalute
- guerra
- pandemia
Questo ha ravvivato (anche se sarebbe meglio dire scatenato) l’interesse per l’investimento in diamanti.
Investire in diamanti
I diamanti bianchi sono sempre ricercati ma, come previsto tempo fa, sono i diamanti colorati, detti Fancy, a fare la parte del leone.
La chiusura della miniera di Argyle, nel novembre del 2020 ha provocato una contrazione dell’offerta di queste splendide gemme superiore al 90% mentre la domanda sta continuando a salire.
Dubbi o opportunità?
I detrattori sostengono che un diamante, non essendo un bene fungibile, vale quanto l’acquirente pagherà il giorno della vendita. Il sottinteso è che sarà l’acquirente a determinare il prezzo in base all’urgenza di realizzo del venditore.
Questa critica è assolutamente giusta e fondata ma non è un punto debole dei soli diamanti: non conosco un solo bene che sfugga a questa regola.
Se devo vendere allora anche in borsa accetto il primo prezzo del book, che mi convenga o meno. Stesso discorso vale per oro, case, quadri, auto, orologi.
Quando ci si avventura sui mercati si imparano molto velocemente due regole: mai inseguire il mercato e mai manifestare la propria posizione di debolezza.
Altra freccia all’arco dei contrari è il risultato delle famose aste di Christie’s e Sotheby’s nelle quali a volte le gemme vengono vendute per milioni oltre la loro stima massima altre sotto la valutazione minima o addirittura restano invendute.
Tengo nota dei risultati di queste aste da moltissimi anni proprio per capire e scegliere per voi la tipologia di pietre che un domani vi potrà regalare soddisfazioni e non problemi.
Quindi le aste sono per me una grande fonte di informazione su cosa il mercato chiede, non certo un casinò dove il risultato è casuale.
Investire con nuove strategie
La cosa che mi sfugge è perché gli stessi detrattori, spesso professionisti affermati della finanza, diventano entusiasti sostenitori dei diamanti quando sono loro a proporli tramite uno strumento finanziario.
Nell’ultimo anno si sono moltiplicate le “cordate” per l’acquisto di diamanti.
Una azienda di Dubai sta costituendo il suo quinto fondo specializzato in diamanti e gemme preziose (Buy-in minimo: 1.000.000 $) con capitale previsto di 100 milioni di dollari e sede a Curacao, nelle Antille Olandesi.
Un’altra cerca di “standardizzare” il bene diamante comprando solo pietre identiche che vengono proposte a 5000 $ l’una sigillate in un una moneta di plastica.
Infine c’è chi ha venduto un magnifico diamante rosa dividendolo in 2000 quote da 200 $ l’una.
Sembra quindi che se i diamanti da investimento transitano per uno strumento finanziario (o spacciato per tale) i problemi magicamente spariscano.
Le mie considerazioni
A mio parere, escludendo dallo studio le truffe palesi, questi metodi funzionano ma sono cari:
- Cari in acquisto perché i prezzi di carico sono spesso significativamente più elevati di quelli di mercato. Da qui la convenienza per l’intermediario.
- Cari in vendita perché al realizzo la commissione per la struttura è spesso molto rilevante. Altro vantaggio per l’intermediario.
- Cari sul fronte del rischio che resta esattamente uguale ad un acquisto tradizionale dello stesso bene. Terzo vantaggio per l’intermediario: il rischio resta a carico del cliente.
Mi chiedo quindi quale sia il reale vantaggio di transitare da queste forme di acquisto per investire in diamanti.
L’unica ragione sensata è il maggior potere contrattuale che si ottiene con cifre più consistenti unendo più richieste: questa è una metodologia che accetto da anni, il vantaggio per il cliente è il maggiore sconto, il mio è un maggior volume di vendita.
La differenza basilare è che consegno sempre le gemme agli acquirenti, quindi a fronte del bonifico effettuato il cliente riceve fisicamente il bene acquistato, questo per sua tutela e indipendenza per le scelte future.
Molti considerano un problema la custodia dei diamanti una volta acquistati considerando elevati i costi per la custodia in banca e per l’assicurazione.
In realtà sono solo una frazione trascurabile rispetto al surplus di costo e alle commissioni di queste soluzioni innovative.
In conclusione
La mia impressione è che, come hanno fatto tragicamente alcune banche anni addietro, tutti sanno che i diamanti sono un ottimo investimento ma in realtà l’interesse primario è lucrare extra profitti anziché curare le esigenze del cliente.
A mio parere i diamanti, particolarmente i fancy, sono un’ottima opportunità di investimento ma a patto di investire direttamente su di essi e non su uno strumento finanziario che, pur rappresentandoli, serve solo per sottrarre all’investitore parte della performance.
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Alla prossima,