Cicli di mercato, bolle e opportunità
Che i mercati si muovano secondo cicli è cosa ampiamente nota. Le bolle speculative invece, così come le opportunità, a volte si riconoscono solo a posteriori.
Neppure il settore dei preziosi si sottrae a questa regola non scritta.
Circa 15 anni fa il mercato ha spostato i suoi riflettori dalle pietre colorate ai diamanti, prima su quelli bianchi, poi su quelli colorati.
In effetti è stata colta una grossa opportunità visto che il colore aveva fatto molta strada e i diamanti promettevano performance notevoli.
Il tempo ha dato quasi interamente ragione a questa visione ma la pandemia ha creato una situazione particolare.
I diamanti bianchi hanno fatto un percorso da manuale. Dopo i record di prezzo post covid hanno stornato parte della crescita fatta e sembrano ora pronti a ripartire.
Rubini, zaffiri e, parzialmente, gli smeraldi invece, dopo aver condotto un’esistenza lineare dal 2007 al 2020, improvvisamente hanno deciso di prendere un razzo ed entrare in orbita.
Opportunità o bolla?
Molti fattori concomitanti hanno portato a queste performance, facendo raddoppiare in due anni i prezzi per i rubini di qualità e triplicare quelli degli zaffiri più pregiati.
Pochi hanno fiutato l’opportunità e ancor meno sanno se questa sarà una bolla o il preludio di nuove incredibili performance.
Prima di loro già tutte le altre pietre di colore, dalle acquemarine ai topazi, dalle tormaline agli opali, avevano imboccato un percorso di crescita che negli anni le aveva proiettate a livelli di prezzo mai visti.
L’unica costante che ho trovato è la ricerca della qualità assoluta che è diventata più che maniacale.
Le leggi di mercato, tra speculazioni, oscillazioni di domanda e offerta e “problemi” geopolitici, basterebbero a spiegare il perché di tanto interesse.
Tuttavia la vera differenza è nata dalla richiesta di pietre perfette e non trattate, che sono rarissime.
Le cause
Facciamo un passo indietro: anche se la natura fa meraviglie siamo convinti di saper fare di meglio e quindi abbiamo inventato molti processi per “migliorare” quello che troviamo sulla terra.
Per le gemme, quando non ne troviamo di abbastanza belle, abbiamo imparato a trattarle per renderle più colorate, trasparenti o pure.
Rubini e zaffiri vengono ormai tutti trattati termicamente per saturarne il colore (e questo è l’unico trattamento accettato dal mercato) o migliorarne la purezza.
Alcuni vengono invece scaldati insieme a materiale vetroso colorato che, fondendosi, riempie le fratture, ma qui entriamo in un altro mondo e, a mio parere, si rovinano le gemme anziché migliorarle.
Il processo termico esiste in natura. Si misura in tempi geologici e non industriali, ma lascia tracce ben diverse nelle gemme, creando le meraviglie che collezionisti e investitori oggi cercano.
Credo che questo interesse per la qualità sia un effetto collaterale della bolla dei diamanti sintetici.
Invece di scoraggiare i clienti ha portato una sensibilità maggiore verso le cose più belle, perfette e naturali.
Gli effetti
Se da un lato non ci sono problemi di approvvigionamento o di prezzo per le pietre trattate termicamente (e considerate normali sul mercato) dall’altro sono sparite le pietre non trattate.
I maggiori grossisti mondiali prima ne vedevano 7 / 8 alla settimana, adesso sono contenti quando ne vedono una al mese!
Naturale che con queste premesse i prezzi siano esplosi. Credo tuttavia che questa sia un’opportunità e non solo una bolla.
Certamente un acquisto fatto oggi esige cautela ma la ricerca della qualità assoluta è ormai una tendenza consolidata da anni.
A quanto pare i tentativi di imitazione e di miglioramento delle gemme hanno avuto un triplice effetto.
Se da un lato hanno permesso a un segmento del mercato di comprare pietre esteticamente belle a prezzi contenuti, facendo anche abbassare anche i prezzi delle pietre naturali omologhe, dall’altro hanno spinto il segmento più attento verso la qualità senza compromessi.
Sembra che gli acquirenti che considerano le gemme non solo un magnifico oggetto ma anche un investimento invece di farsi spaventare da trattamenti e pietre sintetiche si affrettino ad accaparrarsi le migliori pietre naturali disponibili.
In finanza questo si chiama fly to quality e indica un comportamento valido anche in economia: in momenti di incertezza e turbolenza ci si rifugia nella qualità.
È un comportamento che paga sempre perché ci permette di guardare alle mode e alle operazioni commerciali con la consapevolezza che loro “passeranno”, la qualità invece sarà sempre desiderata.
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Alla prossima,