Articoli

Ripartenza

Ripartenza – Atto II

Ripartenza: tutti la cercano ma pochi sanno come attuarla mentre qualcuno invece l’ha già ottenuta.

Dopo avervi parlato di inflazione mantengo la promessa e vi parlo di cosa succede nel mio mondo lavorativo, quello della gioielleria e dei diamanti.

Non mi interessa la polemica sterile ma desidero imparare da chi ha fatto meglio di me, quindi vediamo chi è ripartito e come ha fatto.

Nel mercato dei preziosi non si parla di ripartenza solo per perorare il proprio punto di vista ma si è affrontata la sfida già nei mesi passati per sopravvivere oggi e crescere domani.

Il settore è ben lontano dal poter dire di essere ripartito ma molti protagonisti internazionali hanno fatto passi importanti per rimuovere il maggior numero possibile di ostacoli dalla strada della ripartenza.

La ripartenza delle nazioni

Cina e Usa: nel bene o nel male hanno fatto le loro scelte sociali e oggi stanno guidando la corsa al diamante e ai gioielli di qualità.

La fine delle restrizioni ha provocato alcuni effetti a cascata.

Tra chi finalmente ha potuto sposarsi, chi ha deciso di “recuperare” i regali mancati durante le chiusure e chi vuole celebrare il ritorno a una maggiore normalità, si registra ovunque un forte aumento della domanda.

Anche se sono popolazioni profondamente diverse, la loro parte più benestante ha lo stesso interesse per i preziosi: marginalmente è interessata alla celebrazione del lusso, sostanzialmente investe strategicamente in beni rari.

Oltre all’aumento della domanda ci sono due colli di bottiglia molto importanti che contribuiscono al rialzo delle quotazioni.

Il primo è l’India che tagliando oltre il 90% dei diamanti ed essendo tuttora alle prese con i lockdown presenta un quadro difficile da prevedere sia per la domanda di grezzo sia per l’offerta di pietre tagliate. Ve ne parlavo già lo scorso aprile in questo articolo.

La ripartenza delle aziende

DeBeers: Il grezzo ha registrato aumenti di prezzo del 10%, sempre a causa dell’eccesso di domanda. Nel primo semestre 2021 ha registrato utili per 267 milioni di dollari a fronte di una perdita da 214 nel primo semestre 2020. Anche il fatturato è raddoppiato, passando da 1.22 a 2.9 miliardi di dollari, sempre sullo stesso periodo.

La seconda strozzatura è il GIA, il maggior certificatore mondiale di diamanti, che già da un anno ha cambiato la sua politica di certificazione non sigillando più le gemme.

Al momento ha un ritardo superiore alle quattro settimane, solo in parte dovuto ai laboratori in India che, ovviamente, seguono la stessa sorte delle industrie.

Il resto deriva dall’incremento di domanda di pietre certificate da Cina e Usa.

Per darvi un’idea concreta della ripartenza si devono guardare i numeri. Le certificazioni sono cresciute del 31% rispetto al 2020 e del 37% rispetto al 2019.

I diamanti inviati alla certificazione (e in attesa) sono il 71% in più rispetto al 2019. Ecco perché GIA si sta organizzando per essere operativo 24 ore al giorno e 7 giorni alla settimana.

Anche i produttori mondiali si sono mossi, alcuni hanno addirittura riaperto stabilmente delle miniere in zone così inospitali da far dubitare della loro convenienza economica.

La forte domanda e, soprattutto, la convinzione che non sia transitoria, li ha convinti a fare questi importanti investimenti.

Il gigante russo Alrosa, leader mondiale in campo minerario, sta comprando diamanti (anziché venderli!) da Gokhran, il deposito statale russo di gemme e metalli preziosi.

Lo fa per tamponare la carenza di forniture ma ha già dichiarato che non riuscirà comunque a saturare la domanda.

Il mercato

La sintesi della situazione appare evidente: molti stanno celebrando lo scampato pericolo, ciascuno secondo i criteri della propria società, e insieme hanno generato un boom di richieste.

Altri hanno fiutato l’opportunità di guadagno, rafforzando ulteriormente la domanda.

Le aziende si sono mosse per soddisfarla, innescando un circolo virtuoso per i lavoratori e per tutti i partecipanti al mercato.

Il prossimo articolo sarà dedicato alla transizione, altro tema caldo anche per il settore dei preziosi. Parlerà di razionalizzazione produttiva, “Green diamonds” e delle conseguenze dei ritardi GIA.

Non dimenticate che se vi iscrivete alla mia newsletter, oltre a queste notizie avrete anche offerte riservate e anteprime esclusive.

Alla prossima,

Paolo Genta

Inflazione: un'onda che può travolgerci o un'opportunità da cavalcare?

Inflazione – Atto I

Sono passati 2 mesi dal mio ultimo articolo, un tempo lungo ma necessario per mettere a fuoco la realtà che mi circonda.

Siamo abituati a divorare notizie, discutiamo anche violentemente sul tema del momento e poi? Via verso il prossimo caso!

Farlo non è necessariamente un errore ma, a mio parere, ci abitua alla superficialità e si perde la visione d’insieme.

Lo scrivo ogni volta che posso: sono un ottimista e spero per il meglio ma, per non farmi sorprendere dal peggio, studio proprio il quadro generale.

Ovviamente studio per primo il mio settore ma credo che il discorso sia valido anche per altri campi.

Oggi ogni ragionamento è imprescindibile dalla pandemia: ha permeato tutti gli aspetti della nostra vita e non possiamo ignorarla. L’importante è volgere la nostra attenzione al futuro, non al passato.

Ci sarà tempo per giudicare e recriminare, ma ora ci sono questioni più importanti.

Circa un anno fa scrivevo un articolo sul mondo post-pandemia e oggi sembra che le previsioni stiano diventando realtà. Sempre più operatori economici si rendono conto che l’inflazione, anche se non dichiarata, c’è, è arrivata ed ha tutte le intenzioni di restare.

Il primo attore: l’inflazione

Quotazioni dei diamanti

Per il mio compleanno mi sono regalato 4 giorni a Roma come avevo fatto anche lo scorso anno, quando avevo scovato un piacevole B&B in zona Prati.

Essendoci stato bene l’ho cercato anche quest’anno, peccato che il prezzo fosse più alto del 75%!

Non tutto è aumentato così ma i prezzi sono cambiati e ben più dello 0.7 – 0.9% delle stime ufficiali.

L’inflazione ha un forte impatto sul debito, crea conflitti sociali perché tutti la vogliono scaricare sugli altri. Ci illudiamo che sia transitoria ma quello che divora è perso, definitivamente.

Il palcoscenico: il mercato

Tanti aggregati statistici vengono utilizzati per “addomesticare” i dati economici: avete presente l’inflazioneCore”, che non tiene conto di energia e alimentari?

Non so voi ma io mangio e consumo energia e i conti li devo pagare!

Un altro aggregato molto interessante è la spesa discrezionale cioè quella non destinata alla vita di base (cibo, acqua, vestiti, alloggio) ma che nella nostra società è la base della vita.

Cultura, svaghi, viaggi, investimenti e ogni altro tipo di desiderio non sono strettamente necessari alla sopravvivenza a breve termine ma definiscono la qualità di una vita intera.

Per molte famiglie la situazione non è rosea e i soldi saranno necessariamente indirizzati verso i bisogni primari.

Per molte altre, a reddito medio alto, la questione è diversa. Aiuti, risparmio, minori spese da lockdown e boom di borsa hanno creato la situazione perfetta per un boom transitorio negli acquisti, specialmente nel settore del lusso.

Per qualche mese assisteremo a continui aumenti negli indici della “ripresa dei consumi” poi, dissipata la paura per la pandemia (e dissipati i risparmi), si tornerà alla normalità del quadro.

L’opinione più condivisa è per la crescita dell’inflazione, un dollaro debole e un rialzo dei tassi sul dollaro dal 2023.

La situazione europea rallenterà questo percorso ma non credo che lo fermerà.

I comprimari: le materie prime

Nel mio settore gli effetti, già presenti, aumentano: a parte l’oro che da un anno viaggia sui 50 €/g, con oscillazioni di prezzo del 10%, anche tutte le altre materie prime sono cresciute molto.

oro da investimento

Non fanno eccezione le gemme e, in particolare, il diamante.

Nei prossimi articoli analizzerò come e perché sta succedendo, per adesso mi basta notare che negli ultimi 13 mesi il Rapaport è aumentato 9 volte e i segnali di mercato dicono che non è ancora finita.

Ripresa economica dei giganti mondiali e scarsità di offerta sono solo alcuni dei fattori che stanno spingendo in alto le quotazioni dei diamanti.

I contendenti: produttori vs consumatori

Perché penso che stia iniziando una guerra commerciale? Perché la società che abbiamo costruito non può stare ferma, pena l’estinzione.

Deve muoversi, alimentarsi e crescere ed il nutrimento è proprio la spesa discrezionale delle persone.

Per aggiudicarsela si combatterà sia sul fronte del marketing sia della razionalizzazione produttiva, verranno offerte grosse opportunità e grossi rischi, molti informeranno altri inganneranno.

Da consumatore cercherò di informarmi al meglio per evitare gli errori, da professionista credo che i buoni affari si facciano sempre in due quindi darvi tutte le informazioni necessarie per collaborare sarà un piacere.

Se poi volete le notizie più esclusive e le migliori offerte non vi resta che iscrivervi alla mia newsletter!

Alla prossima,

Paolo Genta

Quanto dipendiamo dagli altri?

Oggi i numeri sono l’aspetto più importante di ogni comunicazione.

Possono tranquillizzare o impaurire, mostrare una situazione o nasconderla, come per molte altre informazioni tutto dipende da come vengono comunicati.

Il caso: l’India

I media ci stanno parlando della tragica situazione in India ma credo che la reale situazione e la portata delle sue conseguenze sia diversa.

I numeri dicono che una popolazione di circa 1,4 miliardi di abitanti (23 volte l’Italia) ha “solo” il 7,1% dei nostri morti (per milione di abitanti).

Quello che non dicono è che l’India è una gigantesca polveriere. Lo è a causa della sua densità abitativa, doppia rispetto all’Italia e con punte di quattro volte rispetto a Milano per città come Mumbai.

Le conseguenze generali

Umanamente ogni commento su morti e contagi sarebbe inutile. Personalmente spero per loro che la situazione non gli sfugga di mano e che gli aiuti, chiesti e promessi, non restino solo sulla carta o, peggio, diventino una scusa politica per sistemare vecchi rancori.

Economicamente sto notando invece una situazione molto delicata. Nel bene e nel male l’India è un importantissimo paese manifatturiero al quale tutto l’occidente ha delegato produzioni anche strategiche.

Già adesso si notano considerevoli rallentamenti nelle esportazioni. Se la situazione pandemica continuerà secondo questa progressione, si arriverà a pericolose strozzature che incideranno sui nostri cicli produttivi.

…e quelle particolari

Tra le tante cose che l’India produce per noi ci sono i diamanti, per la precisione il 92% dei diamanti mondiali sono tagliati nel distretto di Surat.

Secondo le stime più condivise il calo previsto per le forniture è del 30-40% nei prossimi mesi.

Questo causerà una forte volatilità sui prezzi oltre a difficoltà di approvvigionamento. Quanto questa situazione durerà non è chiaro ma temo non sarà una situazione di rapida soluzione.

A conferma di questi timori venerdì scorso il listino Rapaport è nuovamente cresciuto (e siamo a 7 aumenti in 12 mesi).

Siamo alle porte di un rally sul prezzo dei diamanti? Forse!

Siccome non mi piace speculare sulle altrui tragedie mi limito a sottolineare che in un mondo così interconnesso e che abbiamo scoperto molto vulnerabile, per sopravvivere economicamente si deve ragionare in termini globali.

Il mio lavoro è analizzare globalmente il mercato dei diamanti per assistere al meglio chi vorrà investire in queste meravigliose gemme.

Alla prossima,

Paolo Genta

Diamanti colorati

Il valore della perfezione

The Perfect Pallete diamonds (Christie’s). Questi magnifici diamanti colorati sono stati venduti pochi giorni fa durante la Christie’s Magnificent Jewels auction a New York.

Senza scendere troppo nel tecnico si trattava di tre diamanti dal colore unico, classificati Fancy vivid (la categoria migliore) con quotazioni decisamente elevate.

I prezzi stimati erano tra 2 e 3 milioni di dollari per il diamante blu (ct. 2.13) e circa 2,5 milioni l’uno per  i diamanti arancione (ct. 2,34) e rosa (ct.2,17).

Come è andata? Piuttosto bene direi!

Il blu è stato aggiudicato per 2,7 milioni, l’arancione per 2,2 milioni e il rosa addirittura per 3,5 milioni, superando del 40% la stima pre asta.

Questo conferma quanto avevo scritto nel mio articolo di gennaio sui diamanti colorati. L’interesse per queste splendide pietre non solo non si è mai sopito ma è in continua crescita, con una predilezione per i diamanti rosa.

Per quanto magnifici i diamanti gialli hanno già fatto molta strada e per il futuro non ci si aspetta una grossa crescita dei prezzi.

I diamanti blu invece, rarissimi e favolosi sono francamente inavvicinabili a meno di non disporre di un budget molto elevato.

Fortunatamente i diamanti rosa sono in piena corsa con grandi prospettive per il futuro.

Pur restando un mercato relativamente piccolo, visti i prezzi unitari, i diamanti colorati stanno soppiantando gradualmente i diamanti bianchi di grosse dimensione come scelta iconica e come diversificazione per i grandi investitori.

I diamanti bianchi sono sempre cercati ma quando si parla di cifre molto elevate l’interesse del mercato è chiaramente orientato verso il colore.

Perché? Forse la risposta è più semplice di quanto si pensi: perché si sono rivelati investimenti molto remunerativi.

Per noi comuni mortali, senza budget milionari, restano comunque aperte diverse opportunità.

Oltre ai diamanti bianchi che, se acquistati oculatamente, restano degli ottimi investimenti, il mercato del colore offre qualche opportunità per investimenti a lungo termine molto redditizi.

Cosa scegliere

Le cifre in gioco sono necessariamente più elevate poiché i diamanti colorati sono più rari di quelli bianchi e i prezzi lo riflettono ma sono più ampi anche i margini di rivalutazione sempre grazie alla loro rarità e alla domanda in costante aumento.

Il mercato del diamante non è un mercato mordi e fuggi, non è adatto alla speculazione veloce.

Se il vostro obbiettivo è fare un trading serrato per moltiplicare il vostro capitale il mercato dei diamanti non è quello che state cercando.

Investire in diamanti pensando che tra sei mesi per rifare il bagno vi basterà vendere una pietra per ripagarvi del lavoro significa sbagliare investimento.

Se invece volete pianificare un investimento a medio lungo termine che possa riservare piacevoli sorprese in futuro a voi e ai vostri figli allora le opportunità non mancano e sarei felice di illustrarvele.

Chiedere non costa nulla, non chiedere costa quanto un’opportunità mancata.

Alla prossima,

Paolo Genta

Diamante o brillante?

Diamante o brillante?

DIamante o brillante? Tutto inizia da questa domanda. Ho sentito le descrizioni più fantasiose. Per molti sono sinonimi, per altri differenziano le gemme preziose dal cristallo grezzo o addirittura da un falso.

Sgombriamo il campo dai dubbi.

Il diamante è il minerale, proprio quello pregiato che desiderate. Brillante indica invece come è tagliato cioè la sua forma che è rotonda con 57 faccette.

Sono 33 nella parte superiore (cintura e corona) e 24 in quella inferiore (padiglione). Si arriva a 58 se l’apice, la “punta” del diamante, è tagliato.

Quindi quando cercate un diamante rotondo per un gioiello state cercando un “diamante tagliato a brillante”.

Questa semplice confusione, peraltro legittima da parte del cliente, ha aperto un mondo nuovo.

Come  si può migliorare il taglio a brillante o identificare quelli fatti meglio?

Lo scopo legittimo è scegliere la miglior qualità possibile e cercare di guadagnare di più vendendo gemme più belle.

Negli anni molti hanno provato tagli nuovi, uno dei più famosi è il “Leo Cut”, con 66 faccette. Il taglio fu studiato per aumentare la dispersione della luce dentro la pietra (come l’arcobaleno) e farla brillare il più possibile.

Per quanto questo taglio, all’occhio dell’esperto, sia effettivamente superiore al taglio a brillante il maggior prezzo richiesto ne ha limitato la diffusione.

Il cuore del problema è proprio questo: tutti voglio la gemma perfetta ma chi decide cosa è perfetto? E, cosa non meno importante, siamo disposti a pagare la perfezione?

La perfezione ha un forte valore simbolico che rafforza l’idea stessa che abbiamo del diamante.

Io tuttavia invito sempre i clienti a riflettere bene su quale perfezione cercare:

  • Il massimo colore e purezza? D’accordo, ma suggerisco sempre di confrontare questa gemma favolosa con una appena inferiore per decidere se il 30/40% in più del prezzo richiesto vale la maggior bellezza.
  • La pietra tagliata meglio? Concordo con voi, un diamante più che grosso deve essere tagliato bene altrimenti farà una misera figura.

Gli istituti di certificazione (Igi, Gia, Hrd) giudicano taglio, simmetria e finitura del diamante, attribuendo per ogni categoria uno tra i 5 giudizi possibili: Poor, Fair, Good, Very good e Excellent, in italiano: Scarso, Giusto, Buono, Molto buono ed Eccellente.

Tralasciando il primo sembra logico pensare che “Giusto” sia già accettabile e “Buono” ampiamente soddisfacente.

Personalmente sconsiglio di scendere sotto “Molto buono” perché dietro questi giudizi si nascondono delle tolleranze di taglio ben codificate che distinguono una pietra mediocre (secondo la vostra percezione) da una molto bella o eccezionale.

Come spesso ripeto il cuore del mio lavoro è proprio questo: analizzare tutti i parametri di una gemma per fornirvi solo le migliori, non necessariamente le più care ma le più belle.

Naturalmente per fare questo ho dovuto studiare a fondo le pietre e le loro caratteristiche. Essendo anche un grande appassionato di gemme questo studio è stato piacevole, non certo un peso.

Tuttavia capisco che non tutti possano essere così appassionati o avere il tempo per questa preparazione ed ecco venire in loro soccorso le certificazioni.

Per i diamanti un certificato racconta tutto, a chi lo sa leggere.

Ecco perché una società americana si è inventata la certificazione “8X”. Ha deciso di classificare altri 5 parametri oltre quelli usuali usando la stessa scala di giudizi.

Questo nuovi parametri sono:

  • Brillantezza ottica: misura quanto brilla la pietra cioè quanta della luce che riceve torna ai nostri occhi
  • Fuoco: indica quando la pietra scompone la luce nei suoi colori, come l’arcobaleno
  • Scintillio: valuta quanto brillano le singole faccette della pietra mentre la si ruota
  • Simmetria ottica: giudica se le caratteristiche precedenti sono presenti da tutti i punti di vista
  • Cuori e frecce: Sono i disegni che si osservano in un diamante tagliato in modo perfetto. Se volete saperne di più leggete qui.

Lo scopo di questa nuova classificazione è di dare l’ambito giudizio “Excellent” solo ai diamanti che eccellono in tutte queste caratteristiche, ovviamente riducendo ulteriormente le tolleranze attualmente utilizzate.

L’idea potrebbe essere buona ma solo se non sarà usata per vendere molto cara una patente di eccezionalità per pietre che un buon professionista saprebbe già identificare.

In oltre vent’anni di attività ho venduto pietre anche molto belle ma, finora, nessuno mi ha chiesto un diamante perfetto sotto ogni punto di vista.

Questo può voler dire che i miei clienti non sono interessati a questo prodotto oppure che una classificazione così specifica è l’ennesimo tentativo di segmentare il mercato per incrementare gli utili.

Come sempre la risposta arriverà dal mercato, l’unico vero giudice implacabile.

Alla prossima,

Paolo Genta

Quotazioni dei diamanti

Quotazioni dei diamanti: la marcia continua.

Dopo quasi un anno dallo shock delle quotazioni dei diamanti molta acqua è passata sotto i ponti.

Purtroppo non solo siamo lontani dalla soluzione della crisi pandemica ma stiamo iniziando a renderci conto delle conseguenze economiche a lungo termine.

Non sono un catastrofista ma mettere la testa sotto la sabbia in attesa che la tempesta passi non è semplicemente nella mia natura.

In questo lungo anno ho scritto diverse volte sulle mie aspettative economiche e sulle opportunità nel mio settore.

È vero, per vivere vendo diamanti quindi qualcuno potrebbe credere che la mia obbiettività sull’argomento sia pilotata dall’interesse personale.

Fortunatamente i listini non li pubblico io ma mi limito a interpretarli così come cerco di leggere i trend di mercato.

Venerdì 5 marzo abbiamo avuto il sesto rialzo consecutivo delle quotazioni dalla scorsa primavera.

Ma quanto è robusta questa corsa? Dal 3 all’11%. Tutte le categorie di diamanti sono state toccate, in tutti i colori e fasce di purezza.

Naturalmente alcune categorie si sono comportate meglio di altre e questo è il vero cuore del mio lavoro: identificare per voi le pietre con il maggior potenziale di rivalutazione delle quotazioni.

Anche se non siete interessati ai diamanti come investimento ma “solo” come splendido regalo perché non scegliere il meglio disponibile?

Diamante rosa Winston Pink Legacy

Ognuno di noi guarda il mondo anche attraverso i suoi occhi professionali. I miei mi dicono che il mondo si sta muovendo.

Volenti o nolenti la globalizzazione è un fatto, saperne riconoscere i movimenti è l’unico modo per non restarne travolti.

Vi invito sempre a parlare insieme su questi argomenti perché credo fermamente che dal confronto nascano idee utili per tutti.

Anche per questo sono felice di collaborare con Andrea Boffa di NoRisk, per potervi offrire una consulenza globale in un mondo dove professionalità e autorevolezza sono sempre più le uniche monete a corso legale.

Alla prossima,

Paolo Genta

Diamanti GIA

Contrordine: i diamanti non si sigillano più!

Ormai è risaputo, i diamanti devono essere certificati.

Il certificato è garanzia per il cliente di non comprare un falso, mette al riparo il venditore da eventuali contestazioni, rende assicurabile la pietra eliminando i dubbi sul reale valore della gemma.

Come ulteriore sicurezza si sono studiati sigilli anti manomissione, detti blister, per rendere ancora più affidabili i certificati.

Questo sistema ha funzionato egregiamente per anni proteggendo benissimo il mercato, almeno fino a dicembre 2019.

Il problema

Si sa che le soluzioni semplici sono le migliori e i truffatori lo sanno benissimo.

Alcuni simpatici personaggi hanno preso dei magnifici diamanti certificati GIA, hanno cercato pietre identiche ma sintetiche o trattate e le hanno sigillate in blister fasulli assegnando loro il numero del vero certificato.

Le hanno poi immesse sul mercato sfruttando l’incauto desiderio di molti consumatori di acquistare online, evitando la consulenza di un professionista, nella speranza di risparmiare.

Purtroppo, per bravi che fossero questi truffatori replicare perfettamente un diamante vero in tutte le caratteristiche descritte nel certificato è praticamente impossibile.

È impossibile trovare una pietra identica ma non una simile che, all’interno del blister, può trarre in inganno un non addetto ai lavori.

La soluzione

Semplice la truffa, semplice la soluzione: via il blister e largo alla verifica del professionista che può facilmente determinare se la pietra corrisponde al certificato.

Ecco perché GIA dal 1 gennaio 2020 ha smesso definitivamente di sigillare le sue pietre.

Gli acquisti online hanno un fascino irresistibile e a volte sono delle vere occasioni. Tuttavia non ogni oggetto può essere acquistato ad occhi chiusi tramite web.

I gioielli, e i diamanti in particolare, hanno bisogno dell’intermediazione di un esperto.

I parametri da conoscere sono semplicemente troppi per le competenze del consumatore medio e minime differenze comportano rilevanti divari di prezzo.

E la concorrenza?

Ma IGI e HRD che fanno? Al momento continuano a sigillare.

Per capire i motivi di queste strategie opposte occorre pensare alla reputazione dei certificati GIA: sono semplicemente considerati i migliori e quindi hanno la maggiore autorevolezza possibile.

La stragrande maggioranza delle pietre GIA sono vendute negli States dove i consumatori sono tutelati dalla legge anche se tengono comportamenti assurdi.

Anni fa un coppia di fidanzatini americani ha ricevuto un risarcimento milionario da un produttore di profumi perché sulla boccetta non c’era scritto “vietato versare su fiamme libere” e loro hanno legittimamente pensato fosse un’ottima idea “aromatizzare” l’ambiente versando il profumo sulle candele che decoravano la tavola della loro cenetta romantica.

Di fronte a queste situazioni GIA ha scelto di eliminare il blister per non rischiare pericolose richieste di indennizzo.

In Europa invece, dove operano maggiormente HRD e IGI, la legge è chiara: il certificatore è responsabile se certifica il falso, non se qualcuno sostituisce la pietra certificata per commettere una truffa.

Ma come posso difendermi?

Basta rivolgersi ad un professionista competente che abbia i necessari strumenti gemmologici.

I diversi strumenti di analisi che uso sono ormai un’estensione dei miei occhi, sia perché controllo sempre ogni singola pietra prima di consegnarla sia perché quando ho un momento libero analizzo tutte le pietre che posso per mantenere l’allenamento.

Per me è inevitabile, sono curioso per natura! Quando mi passa per le mani una gemma devo analizzarla in tutti i suoi aspetti e svelarne i suoi segreti.

Francamente mi ispirano poca fiducia i colleghi che, pur vendendo pietre preziose, non hanno neppure un microscopio in ufficio.

La conoscenza delle gemme non è un processo taumaturgico ma deriva da molto lavoro e tanta, tanta esperienza sul campo.

Ecco perché rinunciare alla consulenza di un esperto nella speranza di risparmiare può rivelarsi un doloroso autogol.

Alla prossima,

Paolo Genta

Sicurezza

Alla ricerca della sicurezza perduta

Sicurezza e “fly to quality”. Negli ultimi tre mesi ho notato nei mercati la crescita esponenziale di questo connubio già in atto da lungo tempo.

Questa espressione anglosassone, tipicamente usata sui mercati finanziari, indica la migrazione degli operatori dagli investimenti più a rischio verso quelli percepiti come più sicuri.

Anche il mio settore non fa eccezioni e se inseriamo nell’equazione la pianificazione strategica degli investimenti ecco che la situazione appare più chiara.

La mattina di Natale c’è stato un altro aumento del listino Rapaport che si aggiunge a quelli di giugno, luglio, agosto e settembre.

Molte pietre hanno recuperato e superato i valori pre Covid. Per adesso si tratta solo di una parte del listino ma la tendenza è chiara.

La ricerca di qualità è ancora più evidente sul mercato dei diamanti colorati che continua il suo trend inarrestabile.

Sicurezza

Se volete verificare quanto sia inarrestabile leggete il mio precedente articolo.

Il fly to quality ha sempre funzionato. Chi ci ha puntato in passato oggi ha una marcia in più.

La prova sono le pietre molto particolari che stanno comparendo sul mercato.

Sono le gemme che gli operatori avevano messo da parte negli anni passati perché particolarmente appetibili e belle.

Questi diamanti, rimasti nelle casseforti per anni, hanno visto crescere molto il loro valore e oggi sono il tesoro al quale attingere non solo per superare la crisi ma anche per finanziare quei progetti che serviranno per uscirne più forti di prima.

La novità interessante sono i prezzi. Grazie all’ampio margine accumulato si è scelto di vendere queste gemme a prezzi particolarmente interessanti per concludere rapidamente le transazioni.

Queste pietre tuttavia non restano a lungo sul mercato solo per il prezzo conveniente ma soprattutto perché la domanda di gemme di qualità è in aumento.

Molti, preoccupati per il futuro, scelgono la sicurezza dei diamanti bianchi e colorati per proteggere il loro patrimonio a lungo termine.

Non è un fenomeno nuovo, generazioni di persone ad un certo punto della loro vita hanno pensato di mettere da parte qualcosa che nel futuro potesse diventare un tesoro per i figli o una garanzia di serenità per loro.

I mercati mi stanno dicendo che adesso è il momento per cogliere questa opportunità.

Chi vuole coglierla insieme a me?

Alla prossima,

Paolo Genta

La globalizzazione sana

Tutti i colori del diamante

Tutti i colori del diamante

Sono passati quasi tre mesi dal mio ultimo articolo.

Tra le molte ragioni che mi hanno portato a questa pausa le principali sono state il desiderio di vedere se le mie ipotesi per il futuro trovassero conferma e tornare a scrivere di gemme tralasciando, per quanto possibile, la pandemia.

L’occasione si è presentata anche grazie all’intervista di Francesca Lauri per Cusano Italia Tv.

Francesca cura la trasmissione “Unicum – Storie da collezione” dove si occupa dell’affascinante mondo dei “passion assets”: beni preziosi ambiti sia come investimento sia per collezionismo.

Mi è stato chiesto di parlare di diamanti, in particolare di quelli colorati, se volete potete vedere l’intervista seguendo questo link.

A novembre 2019 vi avevo parlato della magia dei diamanti rosa e della prevista chiusura della miniera di Argyle. Oggi vi posso raccontare come è andata: semplicemente “a ruba”!

Prezzi in aumento del 15-20% e rilanci continui per aggiudicarsi le ultime (forse) pietre da sogno di questa miniera leggendaria.

Per noi comuni mortali le cose stanno seguendo una strada simile. Trovare pietre belle, a prezzi corretti e che possano essere validi investimenti è sempre più difficile.

L’ho toccato con mano durante la ricerca di queste affascinanti gemme per un cliente: ammirando un meraviglioso diamante Fancy Intense Pink di circa 1 ct, ho notato il prezzo: 78.000 €/ct!

Per il giallo le cose vanno un pochino meglio ma le tensioni sui prezzi ci sono.

Questa interessante coppia di gocce Fancy Intense Yellow, costa “solo” 16.000 €/ct e vi assicuro che è un prezzo ancora conveniente.

La classificazione

Per capire meglio questo mercato serve un passaggio tecnico intermedio, l’elenco della classificazione dei colori nei diamanti “fancy” cioè colorati.

Nei diamanti bianchi le tracce di colore, giallo e marrone principalmente, sono considerate un difetto ma se il colore non è più solo una traccia e diventa predominante allora inizia la magia.

Ecco le definizioni:

  • debole (faint)
  • molto chiaro (very light)
  • chiaro (light)
  • fantasia (fancy)
  • fantasia intenso (fancy intense)
  • fantasia vivido (fancy vivid)
  • fantasia scuro (fancy dark)
  • fantasia profondo (fancy deep)

Le mie scelte

Inutile dire che le mie preferite sono le tre centrali (Fancy, Fancy intense e Fancy vivid), con una predilezione per le “Intense”.

Il motivo è semplice, le prime tre iniziali, anche se sembra brutto dirlo, sono il classico vorrei ma non posso o, più concretamente, mi sembrano soldi sprecati.

Pagare un rilevante surplus per una qualità appena visibile non è la scelta migliore.

Le ultime due classi, anche se spesso belle, secondo me sono troppo care in proporzione alla qualità.

Fancy” è la prima classe dove il colore è, a mio parere, abbastanza intenso da giustificarne il prezzo.

Vivid” è il top, sia per bellezza sia per costo.

Intense” rappresenta l’equilibrio tra estetica, costo e possibilità di rivalutazione.

Ho lasciato al fondo la notizia migliore: i diamanti colorati oltre a essere magnifici, hanno reso felici i loro proprietari anche sotto il profilo economico.

Se confrontiamo pietre comprate negli anni ’90 e rivendute tra il 2010 e oggi ci accorgiamo che hanno dato rendimenti a 3 o 4 cifre, staccando nettamente ogni altro tipo di investimento finanziario e addirittura l’oro che, negli ultimi venti anni è salito “solo” del 500%.

Un diamante rosa, Fancy Intense di circa 1,5 ct., comprato negli anni ’90 per circa 18.000 $ è stato venduto vent’anni dopo per circa 565.000$ con un ragguardevole +3138%.

Nella prossima newsletter ci saranno offerte speciali proprio sui diamanti colorati, se siete curiosi iscrivetevi, potrebbe nascerne l’occasione che cercavate per un buon investimento.

Alla prossima,

Paolo Genta

Sconti

Sconti: la guerra infinita.

Gli sconti sono il simbolo del mercato di oggi: a volte vengono chiesti o pretesi, altre non sono neppure citati perché non è elegante chiederli.

Scherzi a parte gli sconti nascondono un mondo e non parlo solo di quelli al cliente finale ma anche di quelli aziendali che spesso rendono i listini anacronistici.

Argomento noioso? Spero di no, anche perché sto per svelarvi alcuni segreti sui prezzi dei diamanti.

La guerra su sconti e listini è comune a tutti i settori, dalla micro impresa alla multinazionale.

Tutti ci passano e tutti cambiano atteggiamento nello stesso modo, a seconda che siano acquirenti o venditori.

Gli spunti per questo articolo nascono ad aprile, dopo la stesura dell’articolo “Diamanti: molto rumore per nulla” dove parlavo proprio di come sono determinati i listini, e gli sconti, dei diamanti e di come stanno cambiando a causa della pandemia.

Altri mesi sono passati e il quadro appare più chiaro: l’impatto più rilevante sul mercato dei diamanti non è stato dato né dal Covid e neppure dalla conseguente crisi economica. Semplicemente il cambio $/€ è passato da 1,08 a 1,18, perdendo circa l’8,5%.

Naturalmente questo ha creato sia ottime occasioni di acquisto sia ritardi per chi voleva vendere, per non regalare gli utili conseguiti.

Utili?

Sì, utili. Perché in questi mesi si sono viste parecchie transazioni interessanti e i prezzi di molte gemme sono saliti: alcuni solo dell’1%, altri di oltre il 10%, in media del 4,3%.

Da un lato si potrebbe dire che Martin Rapaport, padre e padrone dell’omonimo listino, a marzo abbia preso una cantonata e sia dovuto tornare sui suoi passi, rivedendo al rialzo i prezzi che aveva avventatamente falcidiato.

Oppure si potrebbe dire che il mercato sta premiando le gemme più commerciali a discapito di quelle troppo pompate dallo status di “gemme perfette”.

A mio avviso invece è meglio cercare la direzione del mercato tramite i cambiamenti degli sconti sul mercato.

Il labirinto degli sconti

In un romanzo lo sconto sarebbe la parola melliflua che s’insinua nella mente del protagonista per stregarlo. La realtà, come sempre, supera notevolmente la fantasia: spesso vedo colleghi spendere quantità folli di tempo per ottenere sconti migliori senza rendersi conto che il tempo impiegato gli è costato dieci volte lo sconto ottenuto.

Altri cercano ossessivamente lo sconto “top” senza considerare le caratteristiche della pietra. Certamente un diamante al 50% di sconto sarà appetibile. Tuttavia un motivo per uno sconto simile ci dovrà essere e, dopo averlo scoperto, la stessa offerta forse non sarà così attraente.

In questi mesi difficili le costanti che ho notato sono state:

  • La qualità si paga
  • Nessuno regala niente
  • A tirar troppo sul prezzo si resta a bocca asciutta.

Non è un elenco di luoghi comuni ma la logica conseguenza di quanto successo da marzo a oggi:

  • Pandemia
  • Chiusura dei mercati
  • Panico (principalmente per il listino Rapaport ridotto arbitrariamente del 6/7%)
  • Reazione degli operatori
  • Risposta del mercato

Gli ultimi due punti sono i più importanti:

Gli operatori hanno rifiutato il nuovo listino ed hanno continuato a usare quello precedente.

In pochi giorni gli sconti si sono stabilizzati con differenze minime rispetto al periodo precedente.

Il mercato, prima impaurito, ha dimostrato apprezzamento per la scelta degli operatori ed è tornato, seppur con molta calma, ad acquistare.

Tra giugno e luglio si sono viste le prime novità:

  • Alcuni operatori hanno offerto pietre secondo il nuovo listino Rapaport ma o erano pietre mediocri o gli sconti erano tali da annullare i cambiamenti di prezzo.
  • Altri colleghi hanno ridotto gli sconti perché alcune tipologie di gemme iniziavano a scarseggiare.
  • Vista la debolezza del dollaro molti acquirenti dell’area Euro hanno approfittato dell’occasione per acquistare a prezzi migliori.

Luoghi comuni sugli sconti

Tra diamanti venduti dalle banche, crisi di mercato e pandemie si è diffusa la convinzione che i diamanti si trovino abitualmente al 50% del listino Rapaport.

Questa convinzione è stata avvalorata dalle cifre riportate in un altro listino, il Rapnet che, come s’intuisce dal nome, è sempre prodotto da Martin Rapaport e indica gli sconti massimi e medi che si trovano sull’omonimo circuito di scambio riservato agli operatori.

Un esempio: una pietra da ct. 0,70 è indicata sull’ultimo Rapnet con sconti da -46% a -25% per una E/Vs1 e da -51% a -28% per una J/Vvs1.

Quello che solitamente sfugge è che sul mercato mondiale esiste UNA pietra a -46% e UNA a -51% mentre la media di TUTTE le pietre, per categoria, è -25% e -28%.

Solitamente quando si legge -46 o -51 il cervello si blocca e non si cerca altro.

In teoria potrei iscrivermi a tutti i circuiti di scambio, farmi mandare tutte le liste del mondo e scegliere solo le pietre “civetta” con sconti elevatissimi per far felici i miei clienti o per guadagnare il massimo. Purtroppo questo avrebbe dei costi tali da renderlo semplicemente impraticabile.

Nel mio settore la fiducia conta più del denaro quindi si tende a selezionare e consolidare pochi rapporti di elevata qualità. Costruire questi rapporti richiede tempo, denaro e professionalità.

Tutti questi costi, anche ripartiti su un elevato numero di pietre, annullano di gran lunga gli sconti favolosi che avete visto.

A cosa serve un listino?

Vi chiederete allora il senso di un listino se poi il mercato in realtà è una giungla.

Il listino è una guida molto importante che uniforma, a livello mondiale, i prezzi suggeriti per il pubblico. Gli sconti in questo mercato sono fisiologici e riflettono realmente la situazione.

Pochi altri mercati hanno una simile trasparenza, normalmente si usano vari escamotage per vendere prodotti, comunque validi, a prezzi esorbitanti.

Si pensi all’uso delle firme famose nell’abbigliamento o agli slogan su “bio” e “naturale” nel cibo.

Che dire poi dei listini gonfiati a dismisura solo per fingere uno sconto del 70/80% ?

Il mercato dei diamanti è molto lineare. Un privato che acquisti una gemma a prezzi Rapaport dovrebbe essere molto soddisfatto, può accadere di pagarla più cara in determinate gioiellerie o di ottenere uno sconto, magari perché si è clienti fedeli o perché si è comprato molto, ma la regola permane.

Se si vuole pagare un diamante la metà del prezzo di listino o lo si “rapina” a chi è in stato di necessità oppure si apre un’azienda e lo si cerca. Non sono però sicuro che, in quest’ultimo caso, si sia poi disposti a rivenderlo allo stesso prezzo.

Alla prossima,

Paolo Genta