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L’informazione è potere. Quanto costa non sapere?

L’informazione è vitale.

 

L’informazione è il cuore di ogni professione. Ho scelto di affrontare il mio lavoro considerando l’aspetto tecnico industriale prima di quello legato al design e al lusso.

Perché? A causa di una frase che mi ha colpito molto all’università:

“È meglio sapere subito che il direttore commerciale del tuo concorrente sta giocando a golf con il tuo miglior cliente piuttosto che scoprirlo da un disastroso report vendite semestrale”.

Può sembrare una frase scontata ma nasconde indicazioni importanti sul valore dellìinformazione.

Siamo tutti consapevoli di quanto l’economia sia fortemente interconnessa a livello globale. Ma sappiamo veramente cosa questo significhi per il nostro vivere quotidiano?

Tempo fa scrissi due articoli, in apparenza non collegati, che riguardavano le banche che investono in diamanti e il percorso di queste gemme dalla miniera al consumatore.

Insieme introducevano gli elementi di una guerra che si sta svolgendo a livello mondiale tra chi gestisce il monopolio estrattivo, le banche e chi compra il minerale grezzo per tagliarlo e fornirlo al mercato.

 

Ecco i protagonisti di questa guerra

 

  • Da un lato abbiamo il cartello estrattivo che ha alzato moltissimo il prezzo del grezzo.
  • Dall’altro le banche che hanno investito pesantemente sui diamanti e premono per liquidare parte degli investimenti per fronteggiare le numerose crisi degli altri settori.
  • Infine ci sono i Sightholders: i grossisti che possono comprare il grezzo da De Beers ma non scaricare questi aumenti sul mercato. Hanno quindi smesso di acquistare il grezzo preferendo impiegare le scorte di magazzino.

Questa miscela dirompente sta causando non pochi problemi a molti operatori, spingendone alcuni fuori dal mercato e creando un circolo vizioso. Chi vende deve abbassare i prezzi (prima troppo “pompati”) e chi compra sa che aspettando potrà pagare di meno e aumentare così la propria redditività.

 

Questa non è la solita guerra commerciale tra operatori di altissimo livello

 

Nasconde due aspetti importanti:

  • Lo stock di diamanti già tagliati e presenti sul mercato è stato gestito in maniera oculata per evitare strappi di prezzo e tutelare il consumatore assecondando le naturali oscillazioni della domanda.
  • Cosa succederebbe se i consumatori finali fossero contagiati da questo modo di agire? Questo è l’aspetto più pericoloso.

Spesso l’avidità è come il canto delle sirene narrato da Omero nell’Odissea: sappiamo che ci porterà al disastro ma è irresistibile!

Quindi si cerca di acquistare gemme sempre con sconti altissimi per poi provare a rivenderle al prezzo di listino, ovviamente senza riuscirci, e dando la colpa di questo fallimento al mercato.

 

La caccia all’affare

 

Mentre proviamo a fare “l’affare” ci dimentichiamo che il mercato è fatto da milioni di persone a caccia dello stesso affare ed è proprio la spasmodica ricerca del prezzo più basso ad avvelenare il mercato.

Circa un secolo fa persone come Rockefeller, Ford e Carnegie si resero conto che il mercato aveva bisogno, ad ogni livello, del giusto spazio vitale. Capirono finalmente che accumulare fortune gigantesche drenava le risorse necessarie agli altri per acquistare proprio i loro prodotti. Ecco il valore concreto dell’informazione.

Un mercato prospero (e sano) è quello dove la prevaricazione di una qualunque delle parti è minima e non è l’obbiettivo primario degli operatori. Altrimenti si conquisterà certamente quel mercato ma regnare da soli su un cumulo di macerie non è proprio il mio sogno per il futuro.

Paolo Genta

Diamanti sintetici

Diamanti sintetici: qual è il trucco?

È da parecchio tempo che noto il dilagare di un’abitudine preoccupante.

Le recenti elezioni europee lo hanno dimostrato: si vince per demeriti dell’avversario, denigrandolo, non per meriti propri.

Questo fenomeno ormai è presente in ogni settore sociale. Pensavo fosse un aspetto passeggero dovuto al momento (ormai piuttosto lungo) non proprio felice e prospero.

In realtà è qualcosa di più sottile e che convive con noi già da molti decenni. È una strategia di marketing volta a farci credere che l’altro prodotto (o l’avversario) sia brutto e cattivo, che ci “meritiamo” tutto, che possiamo e dobbiamo avere tutto.

Ma “tutto” cosa? In questo caso un magnifico diamante sintetico, uguale al naturale, anzi migliore perché creato in laboratorio con elevatissimi standard qualitativi, etici, ecologici e pure conveniente.

È vero, sto ironizzando, ma il fatto è reale e può diventare pericoloso.

Diamanti sintetici

Ecco dove si producono i diamanti sintetici

Il pericolo comunque non è di acquistare diamanti sintetici al posto dei naturali, per evitarlo basta rivolgersi a venditori seri che forniranno sempre un certificato.

Il pericolo è credere che acquistando i sintetici si risparmi, si faccia un affare e magari si difenda pure l’ambiente.

 

Chi acquista diamanti sintetici come investimento butta via i soldi.

Chi compra un gioiello con diamanti sintetici pensando che sarà rivendibile butta via i soldi.

 

Perché? Provate a chiedervi perché una persona decide di acquistare un diamante sintetico:

  • Per risparmiare: giusto ma non vero. I sintetici non sono certo regalati, è come comprare la foto di un quadro famoso pagandola il 30 – 40% in meno dell’originale. Vi sembra ancora un affare? Il prezzo dei diamanti sintetici è in costante calo e calerà ancora. Grazie al progresso tecnologico e alla produzione di massa il prezzo calerà fino a che ci sarà ancora un minimo utile da arraffare.
  • Per motivi etici: giusto, ma non proprio sincero. Il mercato dei diamanti naturali ha finalmente fatto passi da gigante sul fronte etico, cosa che non si può certo dire per molti altri settori i cui prodotti acquistiamo allegramente. Acquistare diamanti sintetici al posto dei naturali stronca una primaria fonte di reddito proprio per quei paesi che invece pensiamo di aiutare.
  • Per salvare l’ambiente: si instilla l’idea che le miniere di diamanti distruggano l’ambiente mentre i diamanti sintetici lo salvano. Peccato che la produzione dei sintetici emetta il 320% in più CO2 nell’atmosfera rispetto all’estrazione dei diamanti naturali. Le risorse necessarie per produrre i sintetici provengono da miniere molto più impattanti sull’ambiente. Dettaglio non trascurabile: la produzione di massa dei sintetici è in Cina.
  • Nessuno si accorgerà che è un sintetico: e qui casca il proverbiale asino! Questa strategia di marketing ha successo perché molti di noi desiderano apparire per quello che non sono e il mercato è pronto a venderci questa illusione.

 

E allora perché si sente parlare sempre più spesso dei diamanti sintetici?

 

Rispondere è semplice ma scomodo: perché il venditore ci guadagna molto di più. Dal 50% al 100% in più.

In realtà si approfitta della reputazione del diamante naturale, raro e limitato, per vendere un oggetto apparentemente identico ma per nulla raro, producibile in qualunque quantità desiderata e dal valore in costante calo.

L’avidità priva di lungimiranza prova a sostituire il simbolo per eccellenza dell’impegno, del valore e dell’unicità di una relazione sentimentale con un patetico oggetto prodotto in massa che non è etico, non salva l’ambiente e non vale nulla.

Nel caso pensiate che queste siano solo fosche (e false) previsioni dettate dalla paura di perdere il mio mercato principale vi invito a pensare che quanto descritto è già successo.

Il secolo scorso alcuni geniali e lungimiranti imprenditori hanno usato le stesse argomentazioni per attaccare il mercato di rubini, smeraldi e zaffiri creando i primi sintetici.

Risultato? Quei sintetici adesso ornano le maschere di carnevale, i gioielli degli ovetti Kinder e la calcolatrice che un venditore di sintetici mi ha regalato molti anni fa a Hong Kong.

Paolo Genta

Smeraldo Chalk

Verde smeraldo

Lo smeraldo: una gemma così bella da definire lo standard di bellezza di un colore. Come il verde smeraldo di questo magnifico lago alpino vicino alla mia città.

Lago verde smeraldo Valle Stretta

Anche se è una delle pietre preziose più famose pochi sanno che questa gemma è chimicamente uguale all’acquamarina, all’eliodoro e alla morganite.

Smeraldo grezzo

Tutte appartengono alla famiglia dei berilli ma bastano pochi atomi di cromo e vanadio per creare il suo famoso verde mentre ferro e titanio donano il blu alle acquemarine. Lo stesso minerale può essere rosa, giallo oro e addirittura trasparente.

 

 

 

 

 

 

Il berillo non è un minerale particolarmente raro, è un insieme di ossidi di berillio, alluminio e silicio. È raro invece trovare il colore giusto e la purezza necessaria per avere una vera gemma.

Smeraldo Maximilian

Lo standard internazionale afferma che lo smeraldo è tale solo se contiene cromo, mentre la semplice presenza di vanadio produce un berillo verde.

 

Non è la tecnica a rendere magico lo smeraldo, sono le emozioni.

 

Quando parliamo di un verde perfetto parliamo di verde smeraldo,  una foresta vergine lussureggiante viene definita foresta di smeraldo ed il verde è il colore al quale l’occhio umano è più sensibile perché è associato alla vita.

I colori più pregiati vanno dal verde con una nota blu o gialla, fino al verde puro. Deve essere uniforme, intenso ma non troppo scuro da pregiudicarne la luminosità.

La vera magia è data dalla purezza: mentre per il diamante la si valuta al microscopio per questa gemma si usano solo gli occhi. Se a occhio nudo non si vedono crepe o inclusioni allora stiamo ammirando una pietra eccezionale.

Smeraldo

 Lo smeraldo ha due temibili concorrenti come sovrano del verde, entrambi della famiglia dei granati: il Demantoide e la Tsavorite.

Sono tutte gemme splendide e non saprei proprio quale preferire. Voi quale scegliereste?

 

Paolo Genta

Spinello rosso arancio

La sorpresa dello spinello

Uno spinello come gemma? Si possono fare molti giochi di parole su quanto sia stupefacente questa pietra. Non bastano tuttavia per descriverne la bellezza e la luce.

Una parte importante del mio lavoro è farvi conoscere nuove gemme prima che diventino “troppo” famose e quindi costose.

Per anni è stata sottovalutata a causa dei suoi “parenti” famosi. Si trova, infatti, nelle stesse miniere dalle quali si estraggono rubini e zaffiri e questo ha portato a clamorosi errori di identificazione.

Il più noto “errore” fa bella mostra di sé sulla corona imperiale britannica, proprio sopra lo splendido diamante Cullinan II di 317,4 carati. È il famoso Black Prince’s Ruby (rubino del principe nero), una magnifica gemma di 170 carati che in realtà è uno spinello rosso!

Black Prince's Ruby

Il suo nome deriva dal greco e significa scintilla. E gli spinelli più belli scintillano davvero, senza temere confronti con gemme ben più famose.

 

Spinello: un mondo di colori

 

Spinello blu Spinello verde Spinello rosa arancio

Lo spinello più famoso è quello rosso ma ne esistono di magnifici anche in blu, azzurro, grigio, rosa, verde e addirittura in nero.

Tutti gli spinelli hanno in comune l’ossido di magnesio e alluminio ma sono i dettagli a fare la magia! Pochissimo cromo crea il rosso o il rosa, il ferro dona per l’arancione e il violetto mentre il cobalto ci regala il blu intenso.

 

Dimensioni, qualità e prezzi

 

Le miniere principali sono in Birmania, Sri Lanka, Tanzania e Tajikistan. Le pietre di grandi dimensioni sono rare, la dimensione media è inferiore ai 2 ct., qualcosa in più per le gemme scavate in Tanzania. Trovare pietre più grandi, per esempio uno spinello birmano di 10 ct., è purtroppo un sogno quasi impossibile.

Spinello Mogok

Nonostante ciò i prezzi non sono proibitivi: uno spinello può essere vostro con meno di 300 €. Le gemme più belle oscillano tra i 600 e i 1800 €/ct, in funzione della qualità. Solo le gemme uniche da collezione possono arrivare ai 4/6.000 €/ct.

Un tempo gemma apprezzata principalmente dai collezionisti oggi trova sempre più spazio nella gioielleria moderna grazie alla sua bellezza e luminosità.

Molti sono i modi per rendere unico un gioiello, uno è scegliere per primi una pietra preziosa e unica come lo spinello.

 

Paolo Genta

Granato spessartina

Spessartina: il fascino dell’arancione

La Spessartina, nota anche come “Mandarin Garnet” è una splendida gemma, calda e luminosa, che negli ultimi vent’anni ha fatto innamorare i collezionisti.

 

Origini e mito

 

Scoperta a metà ‘800, la Spessartina deve il suo nome a luogo del ritrovamento nella regione di Spessart in Baviera. Appartiene alla famiglia dei granati, come la Tsavorite ed il Demantoide. Fin dall’antichità i granati sono stati usati come simboli di luce, fede e verità.

Granato Spessartina

Nella mitologia Norrena indicano la strada per il Valhalla mentre per l’Islam illuminano il Quarto Paradiso. I cavalieri crociati la portavano incastonata nelle armature come simbolo del sacrificio di Cristo.

 

 Fonte del colore

 

Granato Spessartina

Un granato diventa una Spessartina quando contiene manganese ed è proprio questo elemento a donarle il suo colore distintivo. Può cambiare la tonalità o la saturazione ma una Spessartina potrà essere sempre e solo arancione.

Le tonalità possono variare dall’arancione al rosso arancio ma la tonalità più pregiata e ambita è il classico arancione ricco e luminoso.

Granato Spessartina

Esistono giacimenti in Asia, Africa e Usa. I più consistenti sono in Namibia e Nigeria. Purtroppo le miniere nigeriane sono quasi esaurite e questo ha scatenato una vera gara all’accaparramento per le pietre rimaste.

 

Dimensioni, qualità e prezzi

 

Avere una Spessartina non è un sogno per pochi. Grazie alle miniere nigeriane questo magnifico granato non è solo più una pietra da collezione ma è una protagonista del mondo della gioielleria.

Anello con Granato Spessartina

Esistono gemme di ogni dimensione e qualità, anche oltre i 100 ct. Il consiglio di puntare su pietre di qualità è sempre valido. Questa pietra preziosa presente normalmente delle inclusioni, alcune anche molto belle, tuttavia le pietre “pure” sono le più appetibili.

Granato Spessartina

Il prezzo è sempre in funzione della qualità. Normalmente oscilla tra i 100 – 200 €/ct. per le pietre entro i 2 ct. fino a 1000 – 1500 €/ct. per gemme oltre i 5 ct.

La più bella e pura Spessartina che ho potuto ammirare era una gemma da 10 ct. che è stata venduta a Tucson per 25.000 $. Un vero pezzo da collezione.

L’ultima bella sorpresa è che non esistono sintetici per questa gemma e neppure trattamenti per aumentarne la bellezza. Chi la compra è sicuro di avere un “originale” come la natura lo ha creato e bello come il tagliatore lo ha saputo valorizzare.

 

Paolo Genta

Demantoide

Granato Demantoide: “Il” verde ipnotico

Il Demantoide è un’altra magnifica gemma verde della famiglia dei granati.

 

Origini

 

Scoperto a metà ‘800 negli Urali da Nils Gustaf Nordenskjöld (lo stesso scopritore dell’Alessandrite) è diventato famoso per l’eccezionale luminosità, addirittura superiore a quella del diamante. Il suo nome infatti, che deriva dall’antica lingua germanica, significa “come il diamante”.

Scambiata prima per una varietà di smeraldo, poi per un peridoto, ha fatto bella mostra di sé nei gioielli del periodo Vittoriano. Grazie a Peter Carl Fabergé la fama del demantoide è diventata mondiale, tanto da convincere il capo gemmologo di Tiffany, George Frederick Kunz, a recarsi in Russia per acquistare tutte le pietre disponibili.

Granato Demantoide

 

Colori del Demantoide

 

Insieme al granato Tsavorite il Demantoide rappresenta uno dei verdi più pregiati nella vasta famiglia dei granati. Pur avendo tutti la stessa struttura cristallina i diversi contenuti di altri minerali rendono i granati uno dei gruppi più variopinti nel mondo delle gemme.

Come per gli smeraldi sono il cromo ed il ferro a determinare il colore del Demantoide. Il primo è responsabile del verde mentre il secondo della sua componente gialla.

Il risultato è una gemma favolosa, la qualità più pregiata è verde smeraldo, luminoso e intenso.

Granato Demantoide

Ha la rara caratteristica di disperdere i colori della luce addirittura meglio del diamante. Questa proprietà è visibile nelle pietre più chiare mentre in quelle dai colori più intensi il verde copre tutti gli altri colori.

Diamanti e demantoide

 

Miniere e… Prezzi

 

Attualmente il Demantoide proviene anche da Namibia, Madagascar, Mozambico, Italia e Iran ma lo standard di mercato è ancora rappresentato dai demantoidi russi.

Le  pietre sono mediamente piccole, sotto il carato. Quelle oltre i 2 carati sono considerate rare ed oltre i 5 carati si tratta di pezzi unici a livello mondiale.

Diverse gemme presentano un’inclusione tipica detta a “coda di cavallo” che ne accresce il fascino. La potete ammirare nell’immagine in evidenza.

I prezzi partono da poche centinaia di euro al carato ad oltre diecimila per le pietre più rare. Queste gemme sono state l’oggetto del desiderio di moltissimi collezionisti. Negli ultimi decenni sono entrati anche nelle collezioni dei più famosi gioiellieri di tutto il mondo.

Con tutte queste qualità il granato demantoide può entrare a pieno diritto tra le pietre più belle e tra i migliori investimenti nel settore dei gioielli.

Paolo Genta

Diamanti da investimento

Banche e diamanti: Atto III

Ci siamo! Adesso che il caso dei diamanti da investimento è diventato un caso giudiziario tutti si possono ergere a giudici, giuria e boia non solo delle banche ma anche di tutto il settore che tratta diamanti.

Questa reazione capita sempre, capita su ogni argomento, fa danni e poi si perde nell’oblio.

Io preferisco un approccio diverso dettato dalla mia abitudine a chiedermi perché i fatti seguano un certo percorso.

 

Riassunto delle puntate precedenti

 

13 luglio 2017: Appena inaugurato il mio blog ho deciso di scrivere subito dell’argomento più scottante, il rapporto tra banche e diamanti. Il punto focale era sul tipo di banche interessate ai diamanti da investimento: erano (e sono) le grandi banche d’affari, non le banche commerciali.

I diamanti da investimento devono essere certificati

Il giorno dopo ho pubblicato una breve guida alla scelta dei diamanti da investimento. Sottolineavo quanto fosse vitale avere le informazioni giuste per scegliere un investimento, di qualunque tipo esso fosse.

Proprio l’informazione è stata l’argomento dell’articolo successivo dove proponevo un approccio trasparente al mercato dei diamanti.

Ho completato poi il panorama scrivendo sui punti caldi per i clienti: la poca liquidità del mercato, il rendimento dei diamanti e le fake news che li circondano.

 

Si arriva così all’8 marzo 2018. Dopo le numerose richieste di informazioni, consulenza e valutazioni ho tratto alcune considerazioni sulla tempesta in corso.

Ho cercato di spiegare con chiarezza perché i prezzi delle banche fossero folli e come calcolavo il prezzo di riacquisto quando una persona mi offriva uno di questi diamanti da investimento.

 

Il senso della giustizia

 

Ed eccoci al proverbiale nodo: di chi è la colpa?

Già, perché se non riusciamo a trovare qualcuno al quale dare la colpa ci sentiamo defraudati, patiamo per l’ingiustizia della cosa.

Che sia la formazione della squadra del cuore dopo una sconfitta, la personale interpretazione dell’ultima legge o sentenza oppure che si debba giudicare l’ultimo fatto di cronaca non possiamo evitare le critiche feroci. Ci serve almeno un capro espiatorio e noi ci assolviamo così da ogni responsabilità.

 

La morale della storia: l’avidità

 

Per lavoro vendo diamanti e come tutti gli imprenditori cerco sempre nuovi clienti.

Il mio dovere, che spero sia anche un fattore strategico di successo, è informare al meglio i clienti senza creare false aspettative pur di vendere qualcosa.

Ma qual è il dovere delle persone? Esistono infinite tipologie di clienti per i diamanti da investimento, alcune estremamente prudenti e attente altre spregiudicate.

Questo è il cuore del problema: acquistare un diamante da investimento oggi, rivenderlo pochi mesi dopo ed andare in vacanza ai tropici con gli utili. È una chimera,  possibile ma molto, molto improbabile.

Soprattutto può capitare una volta ma non è certo la regola sulla quale programmare tutto il proprio reddito.

 

Il furbo della storia

 

E le banche? Hanno semplicemente approfittato di una situazione perfetta commettendo però due errori gravissimi: cedere all’avidità e non tutelare i clienti.

A pensarci bene non è certo una novità, gli scandali in campo bancario sono noti (Parmalat, Bond argentini, mutui sub prime, obbligazioni subordinate) come anche le scuse usate (è il mercato, sono le condizioni internazionali, ci hanno nascosto la reale situazione, il nostro prodotto perso meno di altri) eppure molti continuano a fidarsi ciecamente. Lo sbaglio non è fidarsi ma farlo ad occhi chiusi.

Un personaggio dello spettacolo coinvolto in questa truffa ha stigmatizzato la situazione: “se si fosse presentato alla mia porta un venditore di diamanti senza aver dietro una banca gli avrei chiuso la porta in faccia”. Comprensibile ma anche sbagliato.

Parafrasando uno slogan di un istituto di credito posso affermare che “Gli investimenti si faranno anche in banca ma i diamanti si comprano dal gioielliere”.

Mi ricordo perfettamente quante porte in faccia ho ricevuto, fa parte del lavoro e lo accetto. Mi spiace solo di non aver avuto la possibilità (o la capacità) di provare a queste persone la validità dei diamanti da investimento comprati al giusto prezzo.

 

A volte ritornano

 

Alcune persone, dopo avere legittimamente rifiutato le mie proposte, hanno acquistato i diamanti in banca e adesso sono tornate da me per rivenderli, rimanendoci molto male quando comunicavo loro il reale valore delle pietre. Questa è una cosa che accetto con difficoltà.

Con alcuni sono riuscito ad approfondire l’argomento perché volevo capire come la banca fosse riuscita dove io avevo fallito. Tutte le risposte avevano in comune due elementi:

  • “Mi hanno detto che il prezzo era sempre in crescita
  • “Mi hanno garantito che potevo rivenderli quando volevo

Non vorrei essere brutale ma devo dirlo: sono delle balle colossali.

 

Il brusco risveglio

 

In economia vigono alcune leggi ferree: una vendita si conclude solo quando domanda e offerta si accordano su un determinato prezzo. Se la domanda supera l’offerta il prezzo sale, altrimenti scende.

Questa legge non ammette eccezioni ma ammette dei trucchi, alcuni leciti altri truffaldini.

Le quotazioni dei diamanti nel lungo periodo si sono apprezzate ma non sempre e non costantemente.

Andamento diamanti da investimento

Immaginiamo di aver comprato nel lontano 1985, per un simbolico “100”, un diamante da 1 carato di una buona qualità commerciale, senza esagerare, diciamo di colore H e purezza VS2 (non conoscete le classi dei diamanti? Le potete leggere qui).

Oggi quello stesso diamante varrebbe 271 ma dopo un picco a 217 nel 1999 è sceso leggermente fino a 210 nel 2001, 2002 e 2003. Anche negli anni successivi oltre alla crescita ci sono state delle leggere correzioni. Nulla cresce sempre e senza pause.

 

E adesso cosa posso fare?

 

Anche i clienti hanno una responsabilità: non hanno saputo trarre i dovuti insegnamenti dai molti rovesci bancari degli ultimi anni ed hanno continuato a riporre la loro fiducia in chi l’aveva tradita ripetutamente.

Ma la loro responsabilità è lievissima se paragonata a quella enorme delle società coinvolte che hanno abusato della loro posizione, hanno illuso i clienti, fornito informazioni false e approfittato del legittimo desiderio di protezione del proprio patrimonio.

A quanti mi hanno interpellato ho fornito la documentazione comprovante i sovrapprezzi e ho consigliato loro di rivolgersi alla banca venditrice. L’obbiettivo di ottenere il rimborso integrale ed il ritiro dei diamanti minacciando la chiusura dei conti ed un’azione legale spesso è stato raggiunto. Oggi la questione potrebbe essere più complicata a causa dell’elevato numero di richieste che inevitabilmente arriveranno.

Piazzare queste pietre sul mercato sarà possibile ma solo accettando una perdita almeno del 70 % di quanto investito. Ecco perché è una scelta che sconsiglio fortemente.

 

Cosa ci riserva il futuro?

 

Questa truffa ha danneggiato molto l’immagine dei diamanti da investimento creando una sfiducia ingiustificata verso un investimento potenzialmente remunerativo.

Stranamente si tende a dare la colpa dell’accaduto ai diamanti anziché alle banche. La responsabilità non è dell’oggetto ma del truffatore che lo ha fatto pagare tre volte il suo giusto prezzo.

E come se dessimo la colpa alla mela perché l’abbiamo acquistata per 15 € ad una sfilata di moda anziché al venditore che ci aveva illuso sulle sue qualità magiche.

Facili battute a parte mi aspetto ancora pesanti strascichi. Queste pietre troveranno sicuramente una collocazione sul mercato ma ai prezzi correnti. Temo anche che molti proveranno a pagarle pochissimo per tentare la speculazione.

Il mio consiglio è di lottare per ottenere il rimborso dalle banche, riacquistare le stesse pietre tramite i canali giusti ed al giusto prezzo ed utilizzare l’avanzo per quello che preferirete.

Abbandonare questo settore di investimento sarebbe come dire che consideriamo l’investimento immobiliare una truffa perché un intermediario ci ha convinto a comprare un alloggio in periferia al prezzo di un attico in centro. Il problema non sono le case, ma i professionisti ai quali ci affidiamo.

 

Paolo Genta

Tormalina Canary

Terzo articolo del mio viaggio nel colore, la protagonista è la tormalina gialla.

Nota commercialmente come tormalina Canary il suo nome gemmologico, anche se poco accattivante, è “Elbaite”.

Le tormaline esistono in tutti i colori dell’arcobaleno, la varietà gialla, anche più rara della favolosa Paraiba, deve il suo colore al contenuto di Manganese (fino al 9%), a tracce di Titanio ed alla mancanza di ferro.

Tormalina Canary 14 ct. Malawi

Per essere classificate “Canary” le tormaline devono avere come colore primario il giallo. Una leggerissima nota verde come colore secondario dona l’ambito colore “Neon” mentre un leggero arancione rende la pietra dorata.

Per i gioielli autunnali si scelgono gemme con il marrone come colore secondario.

Le tormaline Canary arrivano principalmente da Malawi, Zambia, Mozambico e Nigeria. Alcune gemme favolose sono state scoperte in Afghanistan e Pakistan.

Tormalina canary 7.11 ct.

Le pietre di grandi dimensioni esistono ma sono rare e molto costose. Sopra potete ammirare una pietra da 7.11 ct. del valore di 64.500 dollari.

Si possono trovare pietre sotto il carato a prezzi contenuti mentre oltrepassare i 2 carati fa lievitare esponenzialmente i prezzi.

Per natura è una pietra con inclusioni, se sono leggere è considerata già una bella gemma, se sono assenti si ha una gemma eccezionale.

Il suo colore naturale non necessita di trattamenti termici. Alcuni minatori tuttavia la trattano a “bassa temperatura” (500 – 700 °C) per ridurre le componenti verde e marrone.

Oltre che splendida protagonista per qualunque gioiello questa tormalina è anche un’interessante opportunità di investimento.

Le cose belle e rare hanno la piacevole abitudine di rivalutarsi nel tempo. Molti anni fa un collezionista lungimirante acquistava gli “scarti” dei diamanti, quelli colorati.

Oggi la sua collezione ha un valore superiore ai 100 milioni di dollari! Perché non imitarne l’esempio?

Se l’opportunità vi incuriosisce contattatemi, risponderò con piacere a ogni vostra domanda.

 

Paolo Genta

Credits per l’immagine in evidenza: Collana in platino e oro verde con tormalina canary da 30 ct. (la più grande conosciuta di questa qualità) e 19 ct. di diamanti. Design by Eddie Sakamoto. Image by Dave Cruz Photography. Photo courtesy of Shelly Sergent.

Padparadscha 28.04 Christies's 11_2017

Zaffiro Padparadscha: la gemma del fiore di loto

Una gemma antica il cui nome, Padparadscha, deriva dal sanscrito e significa “colore del fiore di loto”. È una varietà di corindone dal colore complesso: una magica unione di rosso, giallo e bianco che rendono questa pietra rara e ambita.

 

Qual è il “vero”colore del Padparadscha?

 

Gli esperti stanno dibattendo da 1.500 anni su quale sia il colore perfetto (si parla di “arancione rosato”).  Nei secoli ci si è avvicinati a ciò che quest’immagine rappresenta benissimo.

In natura non esiste un solo standard, il fascino di una gemma risiede proprio nella sua unicità.

Sul mercato si trovano Padparadscha con colori differenti ma tutti hanno il calore di un tramonto sfumato dalla delicatezza del rosa del fiore di loto.

I colori del Padparadscha

Attualmente tutti i corindoni con sfumatura rosa e colori tra il giallo-arancio e il rosso-arancio sono considerati Padparadscha.

I primi provenivano da Ceylon, l’attuale Sri Lanka. In seguito altri fortunati giacimenti sono stati scoperti in Madagascar, in Vietnam nel distretto Quy Chau e in Tanzania nella regione Tunduru.

Padparadscha ct. 20.84 Christies's 2005

Alcuni collezionisti ritengono che il titolo di Padpardscha dovrebbe appartenere solo ai corindoni originari dello Sri Lanka ma è più un vezzo da puristi che una regola di mercato.

 

Quanto costa una gemma così rara?

 

Moltissime pietre sono trattate termicamente per enfatizzarne la bellezza e non sempre questo processo è identificabile.

Questa difficoltà rende ancora più preziose quelle certificate come completamente naturali. I prezzi partono da 1000 $/ct e le quotazioni delle gemme più rare superano i 50.000 $/ct.

Padparadscha - Ph. Tino Hammid

Questo anello monta un Padpardscha da 30 ct. ed è considerato, al momento, il miglior esempio del colore perfetto. Posso solo immaginare la fatica che il fotografo ha dovuto fare per riprodurlo in un’immagine.

 

Quale Padparadscha scegliere?

 

Il mercato di oggi richiede definizioni sempre più dettagliate e precise.

Ma siamo sicuri che questo sia nell’interesse del consumatore?

Nessun laboratorio al mondo ha mai rifiutato la catalogazione di “zaffiro” per un corindone con colori tra il blu tenue e il blu quasi nero. Non importa il tono, la saturazione o l’uniformità del colore. Perché allora cercare di limitare ad un solo colore una gemma che per natura ne ha di meravigliosi?

Lasciatevi conquistare dalla bellezza della varietà e scegliete quello che vi colpisce di più.

Con il precedente articolo ho iniziato un viaggio nel colore per farvi scoprire pietre affascinanti e diverse dal diamante. Toccheremo tutti i continenti, scopriremo colori incredibili e nuove opportunità. Viaggiate con me?

Paolo Genta

Per scrivere questo articolo ho attinto a diverse fonti, tutte molto autorevoli, e ho rivissuto i primi anni della mia attività, quando divoravo i testi di gemmologia tanta era la curiosità. Le cito in ordine di apparizione:

  • Christie’s Images Ltd per l’immagine di copertina ed il primo anello
  • Tino Hammid per la foto del secondo anello
  • iStockphoto.com per l’immagine del fiore di loto e Richard W. Hughes per lo splendido tramonto su Bagan, in Myanmar
  • Richard Hughes, autore di Ruby & Sapphire e di molti interessanti articoli sulle gemme e sulle parole usate per definirle.
Tormalina Paraiba

Tormalina Paraiba: Electric dream!

Ammirare una tormalina Paraiba vuol dire lasciarsi sedurre dalla sua luce, perdersi nei suoi colori unici ed innamorarsi perdutamente.

Scoperta da Heitor Dimas Barbosa nel 1989, nello stato brasiliano di Paraiba, questa rara e splendida varietà di tormalina ha debuttato alla fiera di Tucson nel febbraio del 1990.

Le sue quotazioni sono passate da 250 $/ct. a 2.500 $/ct. in sole 6 ore. Oggi gli esemplari più belli possono superare i 100.000 $/ct.

Volete sapere quanto è rara una tormalina Paraiba?

10.000 volte più di un diamante. Certo, si parla di pietre eccezionali come quella della foto, ma il lavoro necessario ottenerla è, in proporzione, incredibilmente superiore a quello necessario per trovare un diamante altrettanto emozionante. Ogni 10.000 ct. di diamanti trasformati in gioielli solamente 1 ct. di tormalina Paraiba è abbastanza bella da diventare una gemma.

Anello con tormalina Paraiba e diamanti

Grazie al contenuto di rame e manganese questa pietra meravigliosa risplende di colori “elettrici” profondamente saturi, dal blu all’azzurro, dal turchese fino al verde.

Dal 2000 nuovi giacimenti in Nigeria e in Mozambico producono pietre chimicamente identiche ai giacimenti brasiliani. L’unica differenza è nelle dimensioni. Le pietre sudamericane raramente superano i 2 ct mentre le gemme africane spesso pesano più di 5 ct ed alcune gemme uniche superano anche i 50 ct.

La seconda tormalina Paraiba più grande del mondo

Una magnifica pietra da ct. 62.12

Salma Hayek ha sfoggiato ai Golden Globe Awards un paio di orecchini con due favolose gocce di tormalina Paraiba: ecco quanto sono desiderate oggi queste pietre.

Esistono anche colori più rari

Grazie al contenuto di rame alcune gemme sono giallo pallido o blu purpureo, mentre il manganese oltre al verde produce anche gemme rosse.

Le tonalità poco definite, come il rosato o il verdastro, si eliminano con un trattamento termico che lascia inalterato l’azzurro.

Tormaline Paraiba

Un altro aspetto da non sottovalutare è quello economico. Esistono pietre di prezzo abbordabile che possono diventare gioielli unici. Riuscire invece ad acquistare un’esemplare più grande è sicuramente un ottimo investimento a lungo termine.

I giacimenti brasiliani sono quasi esauriti e le pietre di elevata purezza sono rare, la forte domanda continua a far crescere le quotazioni e presto vedremo queste gemme meravigliose superare molti diamanti nelle aste internazionali.

Ma qual è il segreto del successo di questi colori? Vi do un indizio…

Che sia l’azzurro di un mare tropicale o il verde di un bosco irlandese una tormalina Paraiba ci colpisce evocando i ricordi dei colori più belli che la natura ci dona.

Paolo Genta