Stop ai ladri, il certificato e la sicurezza fanno un balzo in avanti
Se il certificato non basta come si fermano i ladri?
Sembra impossibile ma una strada esiste: rendere poco appetibile l’oggetto su quale hanno posato gli occhi.
È solo un sogno?
Fino ad oggi la miglior difesa era la tecnologia “laser-scribe” che incideva il numero del certificato sulla cintura della pietra. Questo tuttavia non garantiva la proprietà ma solo le qualità della gemma.
Commesso il furto bastava lucidare il diamante per cancellare il numero e renderlo anonimo. I costi di questa operazione non sono elevati quindi il deterrente non è molto forte.
La soluzione è semplice quanto geniale: il numero del certificato deve diventare indelebile.
Tramite la nanotecnologia il certificato sarà “laser-in-scribe”: il numero identificativo sarà scritto permanentemente all’interno della pietra, ovviamente senza danneggiarla.
Per cancellarlo dovrò ritagliare il diamante spendendo soldi e perdendo molti preziosi carati, quindi valore.
Anche se sperimentale questa tecnologia ha grandi potenzialità ma per emergere dovrà lottare contro temibili concorrenti.
Aziende come De Beers, Gia, Alrosa e Tiffany sono in competizione per sviluppare i loro sistemi di tracciabilità, questo sistema innovativo tuttavia ha qualche asso nella manica.
Perché il problema non è solo l’eventuale furto. Il venditore deve anche recuperare la fiducia del cliente.
Si deve superare la semplice certificazione anche se basata su Blockchain.
Il certificato è uno dei problemi del mercato dei diamanti ma non l’unico
Gli altri sono la perdita dell’immagine causata dai troppi errori fatti sulla tracciabilità e la crisi di liquidità seguita ai disastri bancari.
In Italia si aggiunge anche il danno di immagine causato dalle banche che hanno provato a fare (male) il mio lavoro.
La possibile soluzione passa per una certificazione legata permanentemente alla singola gemma che renda concreta la famosa frase “un diamante è per sempre”.
Come? Sbirciamo insieme nel futuro!
Tutto parte dalla certezza di avere una “targa” inseparabile dal nostro diamante.
Oltre a poter controllare sul web le caratteristiche della pietra, saprò anche la sua provenienza, dove è stata lavorata, magari tramite un’App pensata anche per i Millenials che presto saranno i miei nuovi clienti.
Avrei così la garanzia della proprietà: non sarebbe più solo la fattura a certificare il mio diritto ma anche un registro indipendente, come per auto e case.
I diamanti sarebbero quindi utilizzabili dai mercati finanziari per portare liquidità al settore e come garanzia concreta per operazioni di credito.
Tutto questo diventerà realtà?
Sinceramente lo spero ma non si hanno ancora date certe.
Inoltre quando si parla di novità rivoluzionarie mi chiedo sempre se porteranno un reale vantaggio al cliente oppure solo nuovi ricavi all’ideatore.
Potenzialmente l’idea è ottima, a patto che non venga utilizzata solo per far pagare di più i diamanti, per vendere l’App o l’abbonamento al servizio, rendendo più cara la proverbiale salsa rispetto all’arrosto.
Alla prossima,
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