Tormalina Canary

Terzo articolo del mio viaggio nel colore, la protagonista è la tormalina gialla.

Nota commercialmente come tormalina Canary il suo nome gemmologico, anche se poco accattivante, è “Elbaite”.

Le tormaline esistono in tutti i colori dell’arcobaleno, la varietà gialla, anche più rara della favolosa Paraiba, deve il suo colore al contenuto di Manganese (fino al 9%), a tracce di Titanio ed alla mancanza di ferro.

Tormalina Canary 14 ct. Malawi

Per essere classificate “Canary” le tormaline devono avere come colore primario il giallo. Una leggerissima nota verde come colore secondario dona l’ambito colore “Neon” mentre un leggero arancione rende la pietra dorata.

Per i gioielli autunnali si scelgono gemme con il marrone come colore secondario.

Le tormaline Canary arrivano principalmente da Malawi, Zambia, Mozambico e Nigeria. Alcune gemme favolose sono state scoperte in Afghanistan e Pakistan.

Tormalina canary 7.11 ct.

Le pietre di grandi dimensioni esistono ma sono rare e molto costose. Sopra potete ammirare una pietra da 7.11 ct. del valore di 64.500 dollari.

Si possono trovare pietre sotto il carato a prezzi contenuti mentre oltrepassare i 2 carati fa lievitare esponenzialmente i prezzi.

Per natura è una pietra con inclusioni, se sono leggere è considerata già una bella gemma, se sono assenti si ha una gemma eccezionale.

Il suo colore naturale non necessita di trattamenti termici. Alcuni minatori tuttavia la trattano a “bassa temperatura” (500 – 700 °C) per ridurre le componenti verde e marrone.

Oltre che splendida protagonista per qualunque gioiello questa tormalina è anche un’interessante opportunità di investimento.

Le cose belle e rare hanno la piacevole abitudine di rivalutarsi nel tempo. Molti anni fa un collezionista lungimirante acquistava gli “scarti” dei diamanti, quelli colorati.

Oggi la sua collezione ha un valore superiore ai 100 milioni di dollari! Perché non imitarne l’esempio?

Se l’opportunità vi incuriosisce contattatemi, risponderò con piacere a ogni vostra domanda.

 

Paolo Genta

Credits per l’immagine in evidenza: Collana in platino e oro verde con tormalina canary da 30 ct. (la più grande conosciuta di questa qualità) e 19 ct. di diamanti. Design by Eddie Sakamoto. Image by Dave Cruz Photography. Photo courtesy of Shelly Sergent.

Padparadscha 28.04 Christies's 11_2017

Zaffiro Padparadscha: la gemma del fiore di loto

Una gemma antica il cui nome, Padparadscha, deriva dal sanscrito e significa “colore del fiore di loto”. È una varietà di corindone dal colore complesso: una magica unione di rosso, giallo e bianco che rendono questa pietra rara e ambita.

 

Qual è il “vero”colore del Padparadscha?

 

Gli esperti stanno dibattendo da 1.500 anni su quale sia il colore perfetto (si parla di “arancione rosato”).  Nei secoli ci si è avvicinati a ciò che quest’immagine rappresenta benissimo.

In natura non esiste un solo standard, il fascino di una gemma risiede proprio nella sua unicità.

Sul mercato si trovano Padparadscha con colori differenti ma tutti hanno il calore di un tramonto sfumato dalla delicatezza del rosa del fiore di loto.

I colori del Padparadscha

Attualmente tutti i corindoni con sfumatura rosa e colori tra il giallo-arancio e il rosso-arancio sono considerati Padparadscha.

I primi provenivano da Ceylon, l’attuale Sri Lanka. In seguito altri fortunati giacimenti sono stati scoperti in Madagascar, in Vietnam nel distretto Quy Chau e in Tanzania nella regione Tunduru.

Padparadscha ct. 20.84 Christies's 2005

Alcuni collezionisti ritengono che il titolo di Padpardscha dovrebbe appartenere solo ai corindoni originari dello Sri Lanka ma è più un vezzo da puristi che una regola di mercato.

 

Quanto costa una gemma così rara?

 

Moltissime pietre sono trattate termicamente per enfatizzarne la bellezza e non sempre questo processo è identificabile.

Questa difficoltà rende ancora più preziose quelle certificate come completamente naturali. I prezzi partono da 1000 $/ct e le quotazioni delle gemme più rare superano i 50.000 $/ct.

Padparadscha - Ph. Tino Hammid

Questo anello monta un Padpardscha da 30 ct. ed è considerato, al momento, il miglior esempio del colore perfetto. Posso solo immaginare la fatica che il fotografo ha dovuto fare per riprodurlo in un’immagine.

 

Quale Padparadscha scegliere?

 

Il mercato di oggi richiede definizioni sempre più dettagliate e precise.

Ma siamo sicuri che questo sia nell’interesse del consumatore?

Nessun laboratorio al mondo ha mai rifiutato la catalogazione di “zaffiro” per un corindone con colori tra il blu tenue e il blu quasi nero. Non importa il tono, la saturazione o l’uniformità del colore. Perché allora cercare di limitare ad un solo colore una gemma che per natura ne ha di meravigliosi?

Lasciatevi conquistare dalla bellezza della varietà e scegliete quello che vi colpisce di più.

Con il precedente articolo ho iniziato un viaggio nel colore per farvi scoprire pietre affascinanti e diverse dal diamante. Toccheremo tutti i continenti, scopriremo colori incredibili e nuove opportunità. Viaggiate con me?

Paolo Genta

Per scrivere questo articolo ho attinto a diverse fonti, tutte molto autorevoli, e ho rivissuto i primi anni della mia attività, quando divoravo i testi di gemmologia tanta era la curiosità. Le cito in ordine di apparizione:

  • Christie’s Images Ltd per l’immagine di copertina ed il primo anello
  • Tino Hammid per la foto del secondo anello
  • iStockphoto.com per l’immagine del fiore di loto e Richard W. Hughes per lo splendido tramonto su Bagan, in Myanmar
  • Richard Hughes, autore di Ruby & Sapphire e di molti interessanti articoli sulle gemme e sulle parole usate per definirle.
Tormalina Paraiba

Tormalina Paraiba: Electric dream!

Ammirare una tormalina Paraiba vuol dire lasciarsi sedurre dalla sua luce, perdersi nei suoi colori unici ed innamorarsi perdutamente.

Scoperta da Heitor Dimas Barbosa nel 1989, nello stato brasiliano di Paraiba, questa rara e splendida varietà di tormalina ha debuttato alla fiera di Tucson nel febbraio del 1990.

Le sue quotazioni sono passate da 250 $/ct. a 2.500 $/ct. in sole 6 ore. Oggi gli esemplari più belli possono superare i 100.000 $/ct.

Volete sapere quanto è rara una tormalina Paraiba?

10.000 volte più di un diamante. Certo, si parla di pietre eccezionali come quella della foto, ma il lavoro necessario ottenerla è, in proporzione, incredibilmente superiore a quello necessario per trovare un diamante altrettanto emozionante. Ogni 10.000 ct. di diamanti trasformati in gioielli solamente 1 ct. di tormalina Paraiba è abbastanza bella da diventare una gemma.

Anello con tormalina Paraiba e diamanti

Grazie al contenuto di rame e manganese questa pietra meravigliosa risplende di colori “elettrici” profondamente saturi, dal blu all’azzurro, dal turchese fino al verde.

Dal 2000 nuovi giacimenti in Nigeria e in Mozambico producono pietre chimicamente identiche ai giacimenti brasiliani. L’unica differenza è nelle dimensioni. Le pietre sudamericane raramente superano i 2 ct mentre le gemme africane spesso pesano più di 5 ct ed alcune gemme uniche superano anche i 50 ct.

La seconda tormalina Paraiba più grande del mondo

Una magnifica pietra da ct. 62.12

Salma Hayek ha sfoggiato ai Golden Globe Awards un paio di orecchini con due favolose gocce di tormalina Paraiba: ecco quanto sono desiderate oggi queste pietre.

Esistono anche colori più rari

Grazie al contenuto di rame alcune gemme sono giallo pallido o blu purpureo, mentre il manganese oltre al verde produce anche gemme rosse.

Le tonalità poco definite, come il rosato o il verdastro, si eliminano con un trattamento termico che lascia inalterato l’azzurro.

Tormaline Paraiba

Un altro aspetto da non sottovalutare è quello economico. Esistono pietre di prezzo abbordabile che possono diventare gioielli unici. Riuscire invece ad acquistare un’esemplare più grande è sicuramente un ottimo investimento a lungo termine.

I giacimenti brasiliani sono quasi esauriti e le pietre di elevata purezza sono rare, la forte domanda continua a far crescere le quotazioni e presto vedremo queste gemme meravigliose superare molti diamanti nelle aste internazionali.

Ma qual è il segreto del successo di questi colori? Vi do un indizio…

Che sia l’azzurro di un mare tropicale o il verde di un bosco irlandese una tormalina Paraiba ci colpisce evocando i ricordi dei colori più belli che la natura ci dona.

Paolo Genta

Diamante rosa Winston Pink Legacy

Sfida tra titani per il diamante rosa più costoso

A metà novembre Harry Winston, il famoso gioielliere di New York ha stabilito un nuovo primato.

Partecipando all’asta di Christie’s a Ginevra si è aggiudicato il famoso “Pink Legacy”: un favoloso diamante rosa, tagliato a smeraldo, di quasi 19 ct. per la “modesta” somma di $ 50.400.000.

Diamante rosa Winston Pink Legacy

Questo è il nuovo record mondiale di prezzo per queste gemme rare e meravigliose.

Da diversi anni si assiste ad un trend crescente sia nella domanda che nei prezzi dei diamanti colorati, in particolare per quelli rosa.

L’interesse per questi beni non è limitato allo status symbol che ne deriva dal possesso ma li vede come opportunità di investimento.

Il colosso minerario russo Alrosa ha recentemente scoperto un diamante rosa da 27.85 ct. che, grazie alla sua eccezionale purezza, sarà venduto per forse $ 14.000.000.

Diamante rosa ALrosa

Si può solo immaginare quale magnifica pietra nascerà dal taglio di questo grezzo e nessuno si azzarda ad ipotizzarne il prezzo!

Queste pietre sono lontane anni luce dalle mie possibilità ma da professionista devo accettare quello che il mercato mi insegna.

 

La qualità paga, sempre.

 

Quando ci si avvicina a questo mondo il costo diventa relativo ed il budget da investire lo decide il cliente.

Il mio compito invece è fornirgli le pietre migliori per le sue esigenze. Solo così si minimizzano i rischi e si fanno buoni investimenti.

Anche una pietra da poche centinaia di euro deve essere la migliore possibile, non necessariamente la più grande ma la più bella.

Paolo Genta

Diamanti gialli

Alrosa mining: una rivoluzione nel mercato dei diamanti?

Diamanti gialli

Il settore dei diamanti è sempre in fermento. L’ultima novità in questo mercato è l’idea del gigante russo Alrosa, primo estrattore mondiale, di integrare estrazione, taglio e vendita all’interno dell’azienda.

Il progetto è attualmente limitato alle pietre colorate per attaccare il predominio del Rio Tinto Group, proprietario della leggendaria miniera di Argyle, la miglior fonte al mondo di diamanti rosa.

Dubito che si estenderà anche al settore dei diamanti bianchi ma le ragioni di questa scelta sono molto interessanti.

Forte della sua posizione dominante nell’estrazione Alrosa vuole fornire un servizio “dalla miniera al consumatore” che garantisca la provenienza delle gemme più belle.

L’esperienza maturata durante gli ultimi anni nel taglio di gemme colorate di particolare bellezza è stata ammirata alla fiera di Hong Kong lo scorso settembre.

L’accento è stato posto sulla qualità del taglio ottenuta dai tagliatori russi. Il chiaro intento è la creazione di un brand per i diamanti più rari ed ambiti. La garanzia sull’etica dell’intera filiera crea un ulteriore vantaggio competitivo nel mercato più esclusivo del mondo.

Se siete curiosi di saperne di più sulla tracciabilità dei diamanti vi segnalo i miei articoli sulle strade che seguono e sull’uso della crittografia per identificarli.

Prossimamente vi parlerò del KYC form (Know Your Customer). È il modulo che devo compilare per poter acquistare diamanti dai fornitori più importanti e mi sottopone  ad una serie di controlli piuttosto approfonditi e invasivi.

Questo però mi permette di acquistare dalle migliori aziende pietre etiche ed offrire a voi una qualità senza compromessi.

Paolo Genta

gemme

Le gemme con taglio carving: la magia esiste!

gemme

Cosa sono le gemme? Questa è forse la definizione più difficile in assoluto da trovare. Sia su testi specializzati che in rete si trova di tutto, anche definizioni fantasiose come “le gemme sono pietre lavorate che possono essere usate come gemme”.

Personalmente concordo con chi considera le gemme un materiale naturale, lavorato dall’uomo o da un animale (pensate alle perle), commercializzato per la sua bellezza e usabile in gioielleria o per collezionismo.

Le gemme sono una delicata alchimia tra scienza e poesia, arte e commercio, filosofia e praticità.

Artisti visionari hanno fatto fare un balzo in avanti ad una tradizione vecchia di millenni, grazie alla tecnologia e alla loro instancabile passione: hanno dato vita al carving, l’arte di incidere e scolpire le gemme.




Da sempre affascinato dalla luce l’uomo ha cercato di racchiuderla in oggetti simbolo da portare con sé  per infinite ragioni.

Tutte le pietre preziose vengono lavorate per aumentarne bellezza e luminosità ma il carving porta quasi alla perfezione questi canoni.

Si sfruttano all’estremo i principi dell’ottica, se necessario si sacrifica parte della pietra grezza piuttosto che rovinare l’effetto finale. Così i maestri tagliatori racchiudono la magia in questi capolavori.

Giocando con i riflessi ottengono disegni fantastici e una luminosità senza precedenti, sfidando le leggi della fisica realizzano forme che si pensavano impossibili.






Questi capolavori a volte sono pezzi unici, anche molto costosi ma sta aumentando l’offerta di pietre splendide a prezzi accessibili, a volte sorprendenti.

Nati per creare un’alternativa ai tagli classici stanno rapidamente diventando l’oggetto del desiderio di designer e stilisti. Già presenti da anni sui gioielli presto entreranno nel campo dell’arte e dell’oggettistica.







Con queste pietre si possono creare gioielli originali che non passeranno mai inosservati.  Ecco un’idea per rendere il prossimo Natale ancora più scintillante! Ho molte pietre sorprendenti da mostrarvi, dovete solo chiedere!

Paolo Genta

Aste e diamanti: guida per il successo!

Partecipare alle aste di gioielli e diamanti e fare il colpo del secolo. Trovare il pezzo raro, pagarlo poco e realizzare una piccola fortuna rivendendolo. Questa è per molti la visione delle aste!

Nel bene e nel male, calza alla perfezione per un certo numero di esse, principalmente quelle collegate alle vendite giudiziarie o ai banchi dei pegni.

Tuttavia in queste aste si trovano un’infinità di oggetti ma raramente sono delle buone opportunità, i pezzi migliori sono i primi ad andarsene e seguono altre strade.

 

Esiste infatti un altro tipo di aste dove l’aria che si respira è decisamente più piacevole:

 

sono le aste internazionali, principalmente di Christie’s e Sotheby’s.

Si tengono a New York, Londra, Hong Kong e Ginevra, sono l’appuntamento mondiale per il lusso e per le vere opportunità, sia per gli acquirenti che per i venditori.

Qui si possono trovare diamanti colorati e pezzi davvero unici destinati a diventare icone mondiali del lusso.

Christie’s ci fornisce  due magnifici esempi:

  • Un diamante bianco da ct. 20,47, D/If, tipo IIa, venduto a New York il 12 giugno scorso per 2.700.000 $.
  • Un gioiello disegnato da Moussaieff con una goccia fancy vivid blue, If, da ct. 8,01, un fancy intense pink da ct. 1,6 e un diamante bianco da ct. 0,35 venduto a Hong Kong il 29 maggio per 20.500.000 $.

Per noi comuni mortali c’è comunque da imparare molto da queste aste, principalmente gli errori da evitare per non sbagliare l’investimento.

 

Pezzi importanti sono restati invenduti, come quest’anello con un diamante fancy blue, Vvs2, da ct. 14,15 che è rimasto da Sotheby’s a Hong Kong senza neppure avvicinarsi alla stima di 6 – 7.700.000 $.

Le cause? Fluorescenza elevata e non gradita, specialmente in oriente, oppure un colore non così saturo da farvi innamorare o, più semplicemente, una stima sbagliata.

 

Evitati gli errori, ecco l’opportunità

 

acquistare una pietra di pregio che arricchisca il proprio patrimonio e che possa essere rivenduta con profitto.

In barba alle politiche di marchio e al consumismo in questo settore il mantra è rappresentato da qualità, rarità e bellezza.

Chi ha seguito queste regole ha spesso fatto affari d’oro, stabilendo prezzi record.

Sempre Sotheby’s ha venduto lo scorso aprile a New York quest’anello con un fancy intense blue da ct. 3.47 per 6.700.000 $, polverizzando la stima di 2 – 2.500.000 $.

Diventa quindi importante conoscere bene il mercato per scegliere oculatamente.

Quando concludiamo accordi lavorativi siamo definiti professionisti se utilizziamo le competenze di esperti e tecnici per evitare trabocchetti o problemi futuri, perché dovrebbe essere diverso nella nostra vita privata?

Il mio compito è proprio far luce su questo mondo affascinante per permettervi, se lo vorrete, un acquisto o una vendita in totale serenità.

Paolo Genta

Photo courtesy of: Christie’s and Sotheby’s

Oro: investire conviene davvero?

L’oro è letteralmente la base della nostra civiltà: ha creato e distrutto imperi, ha permesso la nascita dell’economia moderna e del commercio.

È sempre stato considerato una protezione oltre che il mezzo di pagamento per eccellenza. Nel corso dei secoli si è passati dall’uso del nobile metallo in forma pura all’impiego di leghe meno nobili, alla carta ed alla moneta digitale.

E oggi? Che fine ha fatto l’oro? È molto richiesto per l’industria orafa, elettronica ed aerospaziale ed è una delle la riserve degli Stati.  È anche la forma preferita da molti per tesaurizzare e proteggere la propria ricchezza. Parlando però di protezione del patrimonio è d’obbligo porsi una domanda:

 

l’oro è davvero un buon investimento?

 

A guardare il grafico si direbbe proprio di sì e molto! Prima di buttarci a comprare oro a più non posso ricordiamoci però che il principio base di qualunque investimento deve essere la prudenza, intesa come assunzione di tutte le informazioni necessarie prima di agire.

 

Considerare tutti i fattori

 

Prima di tutto dobbiamo ricordarci che un grafico indica quello che è successo, può aiutarci a stimare il futuro ma certo non lo può prevedere.

Viene usato per scegliere il “timing” dell’investimento e deve essere perfetto: un impiego diventa proficuo solo se si scelgono saggiamente sia il punto di ingresso che quello di uscita, altrimenti sono dolori.

Altro aspetto fondamentale è il tipo di strumento con il quale investire. Tra i tanti possibili ci sono obbligazioni, certificati di deposito, futures e options.

Questo per me è proprio il punto di debolezza più grande perchè introduce sul mercato una volatilità estrema. Quando si cerca un bene rifugio alternativo non è proprio la volatilità esagerata che l’investitore vorrebbe evitare?

Se la carta finanziaria emessa sull’oro dovesse essere convertita in metallo la sua quotazione non sarebbe di circa 35 €/g. ma, secondo una stima prudenziale, di 50/60.000 € /g!

Prima di scegliere questo impiego si deve essere consapevoli che si sta per investire in un prodotto finanziario e non in un bene rifugio.

 

Quale strumento scegliere

 

Ogni tipo di investimento nel nobile metallo ha pro e contro:

  • Un investimento finanziario in obbligazioni o certificati ha un’alta liquidabilità ma ha un’alta volatilità ed un rischio legato all’emittente
  • Gli strumenti derivati permettono di moltiplicare virtualmente il capitale impiegato e i potenziali utili ma anche le potenziali perdite
  • Le monete d’oro sono accettate in tutto il mondo, hanno un importo unitario modesto quindi è facile disinvestire anche solo una piccola parte. Lo spread denaro/lettera può essere elevato.
  • L’oro metallico ha l’indubbio vantaggio di azzerare il rischio di insolvenza dell’intermediario ma ha costi di intermediazione più elevati.

Non dimentichiamoci poi che la custodia fisica del metallo o delle monete potrebbe diventare un problema. Se si parla di una piccola quantità una cassaforte o una cassetta di sicurezza sono adeguate soluzioni.

Se invece parliamo di una strategia di investimento ben pianificata per la tutela del patrimonio allora le quantità possono diventare rilevanti e i rischi aumentare. Un rischio in particolare è ben descritto in questo articolo di Pierluigi Santacroce.

Esiste poi il vecchio mito secondo il quale se mai si dovesse “sparire” in fretta basterebbe mettersi in tasca il prezioso metallo e ricominciare la propria vita in qualche paradiso tropicale! Vi trovereste a vostro agio a passare il metal detector dell’aeroporto con 10 kili di oro addosso?

A parità di valore basta meno di un grammo di diamanti da investimento per sostituire un kilo d’oro e sono decisamente più discreti e trasportabili.

In sintesi l’oro è stato e sarà un buon investimento ma solo se affrontato con tutte le informazioni necessarie e gestendo alla perfezione il timing.

La consulenza di un esperto sarà determinante non solo per stabilire una giusta diversificazione in funzione dei vostri obbiettivi ma anche per curare tutti gli adempimenti legali e fiscali evitando spiacevoli “fraintendimenti” in caso di controlli.

Paolo Genta

La ricchezza ha molte forme

La moralità della ricchezza

Parlare di ricchezza e morale non è proprio semplice ma è molto utile. Per farlo mi serve una piccola introduzione.

Cosa capita quando migliaia di persone sono raggiunte da un tuo articolo sui diamanti acquistati in banca? Sei contento, ovvio, molto contento!

Anche Google Analytics ti dice che parecchie centinaia di loro hanno dedicato del tempo per leggerti ed è inutile nasconderlo: fa piacere.

 

La cosa che però mi ha colpito di più sono stati i commenti di tre lettori

 

  • State alla larga dai diamanti
  • Un campo di grano per me vale più di un kilo d’oro
  • Nella foto vedo solo 12 bambini morti e sangue a fiumi

 

Li riporto integralmente per trasparenza visto che ho dovuto cancellarli dalla pagina Facebook perché lo scambio con i lettori, anche se civile e corretto, era pesantemente fuori tema e non volevo scatenare sterili polemiche.

Quello che mi sembrava trasparire da questi commenti era una specie di avversione per l’idea stessa di ricchezza, come se possederla fosse una cosa immorale ed usarla per un bene di lusso fosse una colpa pesantissima.

Il primo commento è il più semplice e lineare: un lettore ha condiviso il mio articolo con un lapidario “state alla larga dai diamanti”. Lecito e rispetto la sua opinione!

Lo spirito dell’articolo tuttavia era di informare le persone cadute nella “trappola” dei diamanti venduti in banca sulle possibili soluzioni al loro problema e non allontanarle da un’opportunità di investimento.

 

La scelta di investire in diamanti era corretta, l’errore è stato fidarsi delle persone sbagliate.

 

La colpa di questo errore non è certo stata dei clienti ma di chi, tramite una comunicazione al limite del truffaldino, li ha illusi.

Più interessante è il secondo commento, in sintesi il lettore sosteneva che un campo di grano ha un valore reale, concreto, può sfamarti mentre un diamante o l’oro sono beni eterei, privi di utilità concreta.

Non volendo causare una disputa infinita tirando in ballo Marx e la proprietà dei mezzi di produzione mi limito ad osservare che

 

senza altri elementi anche un campo di grano è inutile

 

Per farlo fruttare servono lavoro, strumenti, animali o macchine, mulini e forni, panettieri e trasportatori ed infine commercianti. Ed in tutti questi passaggi serve l’altra faccia della ricchezza: il denaro.

Possiamo voler accorciare la filiera, eliminare i ricarichi assurdi, valorizzare il lavoro manuale a discapito di quello più mentale o d’ufficio ma sono ormai millenni che l’idea bucolica di una vita semplice a contatto con la natura non funziona. Almeno non per una società complessa come la nostra.

Nel bene e nel male ci siamo evoluti da semplici cacciatori e raccoglitori a ciò che siamo oggi perché migliaia di generazioni hanno prodotto un surplus che ha permesso a qualcuno di studiare e migliorare la comunità e se stesso.

 

La ricchezza non è né buona né cattiva, è l’uso che se ne fa a sancirne la differenza

 

Non possiamo fare a meno del denaro: dovrebbe essere un mezzo e non un fine ma è anche la misura di tutto quello che ci circonda.

Da sempre l’uomo ha cercato di proteggere le sue risorse per difendersi da un futuro incerto o per garantirsi una vecchiaia serena.

Il problema nasce quando si inizia a giudicare come e dove una persona investe il frutto del suo lavoro.

 

Perché investire in un immobile, in un’obbligazione o in un diamante dovrebbe essere meno nobile o socialmente utile che investire in un campo di grano?

 

In ogni caso partecipo al sistema economico ed aiuto il lavoro di altre persone.

Non giustifico certo gli sprechi, gli abusi e gli sfruttamenti né la concentrazione assurda della ricchezza ma l’idea romantica della semplicità e del valore della natura è, purtroppo, pura demagogia.

Spesso siamo fuorviati da un mare di informazioni che ci piovono addosso. Siamo indotti a credere a realtà fittizie. Un esempio per tutti: ultimamente si vedono pubblicità che declamano un grano antico molto pregiato, il grano Senatore Cappelli…

Notizia errata: il Senatore Cappelli non è un grano “antico” ma il capolavoro di Nazzareno Strampelli, forse uno dei più grandi genetisti italiani.

È stato creato tramite ibridazione all’inizio del ‘900, raddoppiando la resa per ettaro. Quanto studio, quante risorse , quanto lavoro intellettuale c’è dietro questo successo? Quanta ricchezza è servita per renderlo possibile?

Se il deputato del Regno Raffaele Cappelli non avesse avuto un campo da prestare a Strampelli per il suo esperimento quanti italiani avrebbero sofferto la fame nei decenni successivi?

Ricchezza ed etica possono e devono crescere insieme

Diamanti etici, simbolo della ricchezza

Ed eccoci all’ultimo commento, quello che sembra il più brutale di tutti e che pesa come una lapide. Anche qui la realtà è leggermente diversa: nel 2002 è stato istituito il Kimberley Process proprio per impedire il commercio dei diamanti che non rispettano precisi standard etici.

Per esperienza diretta questo sistema funziona meglio di altri che  accettiamo quotidianamente e che garantiscono la qualità del cibo, la sicurezza dei prodotti o limitano l’inquinamento.

 

Lo sfruttamento di altri esseri umani, adulti o bambini che siano, uomini o donne è terribile. A prescindere dal settore nel quale sono sfruttati

 

È mio preciso dovere  non trattare i “conflict diamonds” ma demonizzare l’intero settore è ipocrita. L’industria dei diamanti fornisce un reddito vitale a interi stati.

Sarebbe magnifico vedere solo bambini che giocano e studiano ma la piaga dello sfruttamento non è generata dai diamanti, nasce qui in occidente dalla nostra avidità.

Pensate alle miniere necessarie per ottenere i minerali vitali per gli smartphone oppure ai vestiti “made in Italy” cuciti in Bangladesh, per tacere sullo smaltimento dei rifiuti: quanti bambini ci lavorano? Eppure non vedo la stessa indignazione contro i cellulari e i vestiti o un maggiore impegno per sporcare di meno.

Cerchiamo di essere sinceri: chi si ricorda dei bambini italiani che pochi decenni fa si spaccavano la schiena nei campi e nelle stalle per sopravvivere? Vi ricordate le loro foto mentre, anneriti, consegnavano il carbone nelle case?

È molto difficile scrivere di moralità e ricchezza perché purtroppo abbiamo quotidianamente sotto gli occhi situazioni tragiche nelle quali l’abuso della ricchezza causa danni ingenti. Quello che invece tendiamo a sottovalutare sono le situazioni, infinitamente più numerose, nelle quali la ricchezza viene correttamente impiegata e contribuisce al benessere di tutti.

Sono le persone che sfruttano le altre persone, la colpa non è dei prodotti. E se una persona lavora onestamente, paga le tasse e desidera acquistare un gioiello, un vestito, un’opera d’arte o un altro bene, anche solo per il suo piacere, non fa un torto a nessuno.

Paolo Genta