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Diamanti gialli

Alrosa mining: una rivoluzione nel mercato dei diamanti?

Diamanti gialli

Il settore dei diamanti è sempre in fermento. L’ultima novità in questo mercato è l’idea del gigante russo Alrosa, primo estrattore mondiale, di integrare estrazione, taglio e vendita all’interno dell’azienda.

Il progetto è attualmente limitato alle pietre colorate per attaccare il predominio del Rio Tinto Group, proprietario della leggendaria miniera di Argyle, la miglior fonte al mondo di diamanti rosa.

Dubito che si estenderà anche al settore dei diamanti bianchi ma le ragioni di questa scelta sono molto interessanti.

Forte della sua posizione dominante nell’estrazione Alrosa vuole fornire un servizio “dalla miniera al consumatore” che garantisca la provenienza delle gemme più belle.

L’esperienza maturata durante gli ultimi anni nel taglio di gemme colorate di particolare bellezza è stata ammirata alla fiera di Hong Kong lo scorso settembre.

L’accento è stato posto sulla qualità del taglio ottenuta dai tagliatori russi. Il chiaro intento è la creazione di un brand per i diamanti più rari ed ambiti. La garanzia sull’etica dell’intera filiera crea un ulteriore vantaggio competitivo nel mercato più esclusivo del mondo.

Se siete curiosi di saperne di più sulla tracciabilità dei diamanti vi segnalo i miei articoli sulle strade che seguono e sull’uso della crittografia per identificarli.

Prossimamente vi parlerò del KYC form (Know Your Customer). È il modulo che devo compilare per poter acquistare diamanti dai fornitori più importanti e mi sottopone  ad una serie di controlli piuttosto approfonditi e invasivi.

Questo però mi permette di acquistare dalle migliori aziende pietre etiche ed offrire a voi una qualità senza compromessi.

Paolo Genta

gemme

Le gemme con taglio carving: la magia esiste!

gemme

Cosa sono le gemme? Questa è forse la definizione più difficile in assoluto da trovare. Sia su testi specializzati che in rete si trova di tutto, anche definizioni fantasiose come “le gemme sono pietre lavorate che possono essere usate come gemme”.

Personalmente concordo con chi considera le gemme un materiale naturale, lavorato dall’uomo o da un animale (pensate alle perle), commercializzato per la sua bellezza e usabile in gioielleria o per collezionismo.

Le gemme sono una delicata alchimia tra scienza e poesia, arte e commercio, filosofia e praticità.

Artisti visionari hanno fatto fare un balzo in avanti ad una tradizione vecchia di millenni, grazie alla tecnologia e alla loro instancabile passione: hanno dato vita al carving, l’arte di incidere e scolpire le gemme.




Da sempre affascinato dalla luce l’uomo ha cercato di racchiuderla in oggetti simbolo da portare con sé  per infinite ragioni.

Tutte le pietre preziose vengono lavorate per aumentarne bellezza e luminosità ma il carving porta quasi alla perfezione questi canoni.

Si sfruttano all’estremo i principi dell’ottica, se necessario si sacrifica parte della pietra grezza piuttosto che rovinare l’effetto finale. Così i maestri tagliatori racchiudono la magia in questi capolavori.

Giocando con i riflessi ottengono disegni fantastici e una luminosità senza precedenti, sfidando le leggi della fisica realizzano forme che si pensavano impossibili.






Questi capolavori a volte sono pezzi unici, anche molto costosi ma sta aumentando l’offerta di pietre splendide a prezzi accessibili, a volte sorprendenti.

Nati per creare un’alternativa ai tagli classici stanno rapidamente diventando l’oggetto del desiderio di designer e stilisti. Già presenti da anni sui gioielli presto entreranno nel campo dell’arte e dell’oggettistica.







Con queste pietre si possono creare gioielli originali che non passeranno mai inosservati.  Ecco un’idea per rendere il prossimo Natale ancora più scintillante! Ho molte pietre sorprendenti da mostrarvi, dovete solo chiedere!

Paolo Genta

La tracciabilità dei diamanti: ecco le loro strade.

Oggi si stima molto la tracciabilità, viene considerata un valore aggiunto per ogni prodotto.

Proprio sulla tracciabilità dei diamanti si è scritto e detto molto, non sempre però rispettando la realtà dei fatti.

Ho già scritto un articolo sui problemi morali dei diamanti, adesso vorrei svelarvi i percorsi di queste gemme e il loro reale peso economico.

Le strade del minerale grezzo

Fino a pochi anni fa i diamanti grezzi dovevano seguire percorsi a volte tortuosi per arrivare nelle taglierie.

Una volta estratti erano spediti a Londra per la selezione, poi arrivavano ad Anversa per essere venduti e finalmente giungevano in taglieria dopo essere passati per 4 o 5 mani diverse.

Nel 2013 De Beers ha spostato le operazioni di selezione a Gaborone, in Botswana mentre Dubai è diventato il secondo centro mondiale per il grezzo grazie ai problemi fiscali e bancari di Anversa.

Anversa è ancora saldamente al comando con circa l’84% del grezzo mondiale che transita ancora qui.  Sono infatti le miniere piccole e medie che vendono il loro grezzo nelle aste della città belga a manternerla in vetta!

Dove si tagliano i diamanti?

L’80 / 90% del grezzo estratto è tagliato in India, nel distretto di Surat e da lavoro a mezzo milione di persone generando più di 70.000.000 $ di fatturato al giorno! Grazie ai diamanti e al settore tessile Surat è una delle aree di maggior benessere dell’India con il più alto tasso di crescita del Pil.

Circa un terzo dei diamanti tagliati in India è spedito direttamente dalle miniere di Russia, Canada, Botswana e da altre minori mentre il 57% arriva complessivamente da Belgio ed Emirati Arabi.

I protagonisti di questo mercato?

La spina dorsale degli scambi è rappresentata da accordi a lungo termine tra pochi selezionati acquirenti e le principali compagnie minerarie. De Beers, Alrosa, Rio Tinto e Dominion diamond rappresentano da sole circa il 70% del mercato globale.

Questi colossi sono gli unici in grado di programmare e garantire rifornimenti che permettano alle maggiori taglierie di operare senza interruzioni.

Le altre miniere, medie o piccole, solitamente organizzano aste o gare d’appalto per massimizzare il prezzo realizzato.

I grossisti di primo livello

Al momento esistono 124 società, dette Sightholders, che acquistano i diamanti tagliati grazie a questi contratti a lungo termine e si occupano di distribuirli a livello mondiale.

È tramite loro che i diamanti iniziano la strada che li porterà fino a voi.

Solo una piccola fetta del mercato è rappresentata da grossisti che acquistano il grezzo, solitamente di altissima qualità, per tagliarlo in proprio e vendere direttamente le gemme così ottenute.

La tracciabilità oggi

Tutti gli attori di questo mercato aderiscono al Kimberley Process: un accordo internazionale volto a stroncare l’uso illecito dei profitti di questo mercato. Di concerto con le Nazioni Unite questo sistema continua ad avere una grande efficacia.

Ad oggi solo la Repubblica del Congo è esclusa dall’accordo mentre Costa d’Avorio e Liberia sono oggetto di sanzioni Onu.

Il futuro della tracciabilità

È in fase di test l’applicazione dell’algoritmo Blockchain per certificare ogni singolo passaggio dalla miniera fino a voi.

Ma questo lo approfondirò nel prossimo articolo!

Paolo Genta

Aste e diamanti: guida per il successo!

Partecipare alle aste di gioielli e diamanti e fare il colpo del secolo. Trovare il pezzo raro, pagarlo poco e realizzare una piccola fortuna rivendendolo. Questa è per molti la visione delle aste!

Nel bene e nel male, calza alla perfezione per un certo numero di esse, principalmente quelle collegate alle vendite giudiziarie o ai banchi dei pegni.

Tuttavia in queste aste si trovano un’infinità di oggetti ma raramente sono delle buone opportunità, i pezzi migliori sono i primi ad andarsene e seguono altre strade.

 

Esiste infatti un altro tipo di aste dove l’aria che si respira è decisamente più piacevole:

 

sono le aste internazionali, principalmente di Christie’s e Sotheby’s.

Si tengono a New York, Londra, Hong Kong e Ginevra, sono l’appuntamento mondiale per il lusso e per le vere opportunità, sia per gli acquirenti che per i venditori.

Qui si possono trovare diamanti colorati e pezzi davvero unici destinati a diventare icone mondiali del lusso.

Christie’s ci fornisce  due magnifici esempi:

  • Un diamante bianco da ct. 20,47, D/If, tipo IIa, venduto a New York il 12 giugno scorso per 2.700.000 $.
  • Un gioiello disegnato da Moussaieff con una goccia fancy vivid blue, If, da ct. 8,01, un fancy intense pink da ct. 1,6 e un diamante bianco da ct. 0,35 venduto a Hong Kong il 29 maggio per 20.500.000 $.

Per noi comuni mortali c’è comunque da imparare molto da queste aste, principalmente gli errori da evitare per non sbagliare l’investimento.

 

Pezzi importanti sono restati invenduti, come quest’anello con un diamante fancy blue, Vvs2, da ct. 14,15 che è rimasto da Sotheby’s a Hong Kong senza neppure avvicinarsi alla stima di 6 – 7.700.000 $.

Le cause? Fluorescenza elevata e non gradita, specialmente in oriente, oppure un colore non così saturo da farvi innamorare o, più semplicemente, una stima sbagliata.

 

Evitati gli errori, ecco l’opportunità

 

acquistare una pietra di pregio che arricchisca il proprio patrimonio e che possa essere rivenduta con profitto.

In barba alle politiche di marchio e al consumismo in questo settore il mantra è rappresentato da qualità, rarità e bellezza.

Chi ha seguito queste regole ha spesso fatto affari d’oro, stabilendo prezzi record.

Sempre Sotheby’s ha venduto lo scorso aprile a New York quest’anello con un fancy intense blue da ct. 3.47 per 6.700.000 $, polverizzando la stima di 2 – 2.500.000 $.

Diventa quindi importante conoscere bene il mercato per scegliere oculatamente.

Quando concludiamo accordi lavorativi siamo definiti professionisti se utilizziamo le competenze di esperti e tecnici per evitare trabocchetti o problemi futuri, perché dovrebbe essere diverso nella nostra vita privata?

Il mio compito è proprio far luce su questo mondo affascinante per permettervi, se lo vorrete, un acquisto o una vendita in totale serenità.

Paolo Genta

Photo courtesy of: Christie’s and Sotheby’s

Quanto ci piace il virtuale?

Mi piacerebbe vivere in un mondo meno virtuale, più a misura di persona e non di performance, ma il mondo nel quale vivo è differente. Per non subirlo devo quindi conoscerlo e quando è possibile sapere come volgerlo a mio vantaggio.

Ammirarne la complessità è magnifico, bisogna tuttavia saper riconoscere alcuni segnali di cambiamento. Negli ultimi anni abbiamo assistito all’esplosione del “fenomeno criptovalute“.

Nate dal desiderio di avere un metodo di pagamento globale affidabile e non ostaggio di governi ed istituzioni, sono rapidamente diventate l’ennesima bolla speculativa.

È un discorso troppo ampio e complesso per  essere affrontato in un blog ma, grazie ad un articolo apparso su Rapaport, posso approfondirne una piccola parte.

 

Dal virtuale al reale

 

In sintesi: una società che si occupa della produzione di criptovalute ha effettuato un primo acquisto di diamanti da offrire in libero scambio ai propri clienti.

La notizia è solo in apparenza banale mentre la sua portata potrebbe essere rivoluzionaria. La base è la nostra concezione di denaro: come lo definiamo? Perchè diamo valore ad un semplice pezzo di carta?

Oggi il denaro è molto più virtuale ma facendo un salto indietro nel tempo scopriamo che le banconote erano nate per non spostare fisicamente il mezzo di pagamento universalmente accettato cioè l’oro.

Per molto tempo la “carta monetaria” poteva essere convertita in oro e viceversa, l’emittente del denaro doveva custodire fisicamente tanto oro quanto era il denaro circolante.

Inutile dire che la naturale cupidigia umana ha complicato le cose: riserve sparite, denaro falso, proliferazione della carta finanziaria…

Nei secoli l’intero sistema si è mosso verso una virtualizzazione estrema e le criptovalute sono l’esempio del virtuale assoluto.

Talmente virtuali che sono diventate famose non per le loro qualità ma per il lauti guadagni che permettevano dalla loro conversione con le valute tradizionali.

 

Siamo agli albori di un “diamond standard”?

 

Che una società di criptovalute scelga di acquistare diamanti da custodire in cassaforte, dopo adeguata certificazione, è un potente segnale della necessità di una base reale e tangibile per sostenere il virtuale.

I diamanti sono passati attraverso molte bufere, spesso nate dall’avidità, a volte indicati come la causa dei mali del mondo, altre come simbolo del tesoro per eccellenza in realtà stanno ripercorrendo la stessa strada dell’oro.

Millenni fa il prezioso metallo è stato scelto come mezzo per regolare gli scambi perchè è colorato, lucente, resistente, facile da lavorare e raro. Si stima che tutto l’oro estratto nella storia sia circa pari ad un cubo di 20 metri di lato: ecco quanto è raro.

E i diamanti? A parte la facilità nella lavorazione hanno le stesse caratteristiche e sono anche più rari e preziosi. Un kilo d’oro costa circa 35.000 €, un kilo di diamanti da 1 ct., di qualità buona ma non eccelsa, costa 31.000.000 €!

Non più relegati a semplice componente di un gioiello i diamanti vengono utilizzati sempre più come forma di investimento. La novità è il loro utilizzo come garanzia reale del mezzo di pagamento più virtuale che esista!

È affascinante notare come dopo secoli di evoluzione del sistema economico l’ultimo prodotto finanziario ipertecnologico cerchi delle basi “antiche” per ottenere solidità!

Un po’ come le grandi famiglie del passato che per essere credibili dovevano accumulare ricche collezioni d’arte e sontuosi palazzi come prova della loro solidità finanziaria.

Ho la sensazione che questo argomento si svilupperà velocemente aprendo nuove ed interessanti opportunità non solo per le aziende ma anche per i singoli clienti.

Paolo Genta

gioielli

Moda, gioielli e scherma!

L’idea di un servizio fotografico che unisse moda, sport e gioielli mi è arrivata da Barbara Odetto.

Il suo grande intuito ha anticipato addirittura la famosa maison Dior! Infattti poche settimane dopo si è saputo della sua sfilata alla Paris Fashion Week con capi ispirati alla scherma.

Grazie a Michele Torella, le atlete dell’ Accademia Scherma Marchesa hanno indossato le mie creazioni e gli abiti di Atelier Beaumont.

Devo ammettere che è stato bello vederle posare dove si allenano duramente trasformando per un giorno la pedana in passerella.

Sempre solari e allegre nel backstage, determinate in pedana come in passerella, hanno dato un volto nuovo ai gioielli che indossavano.

Questa per me è stata l’ennesima prova che un gioiello è un pezzo unico, legato alla personalità di chi lo indossa, diverso per ognuno e sempre nuovo.

Hanno portato con eleganza sia oggetti sontuosi sia creazioni pensate per essere indossate sempre, non solo in occasioni particolari.

Ecco cosa hanno indossato per me



Oro: investire conviene davvero?

L’oro è letteralmente la base della nostra civiltà: ha creato e distrutto imperi, ha permesso la nascita dell’economia moderna e del commercio.

È sempre stato considerato una protezione oltre che il mezzo di pagamento per eccellenza. Nel corso dei secoli si è passati dall’uso del nobile metallo in forma pura all’impiego di leghe meno nobili, alla carta ed alla moneta digitale.

E oggi? Che fine ha fatto l’oro? È molto richiesto per l’industria orafa, elettronica ed aerospaziale ed è una delle la riserve degli Stati.  È anche la forma preferita da molti per tesaurizzare e proteggere la propria ricchezza. Parlando però di protezione del patrimonio è d’obbligo porsi una domanda:

 

l’oro è davvero un buon investimento?

 

A guardare il grafico si direbbe proprio di sì e molto! Prima di buttarci a comprare oro a più non posso ricordiamoci però che il principio base di qualunque investimento deve essere la prudenza, intesa come assunzione di tutte le informazioni necessarie prima di agire.

 

Considerare tutti i fattori

 

Prima di tutto dobbiamo ricordarci che un grafico indica quello che è successo, può aiutarci a stimare il futuro ma certo non lo può prevedere.

Viene usato per scegliere il “timing” dell’investimento e deve essere perfetto: un impiego diventa proficuo solo se si scelgono saggiamente sia il punto di ingresso che quello di uscita, altrimenti sono dolori.

Altro aspetto fondamentale è il tipo di strumento con il quale investire. Tra i tanti possibili ci sono obbligazioni, certificati di deposito, futures e options.

Questo per me è proprio il punto di debolezza più grande perchè introduce sul mercato una volatilità estrema. Quando si cerca un bene rifugio alternativo non è proprio la volatilità esagerata che l’investitore vorrebbe evitare?

Se la carta finanziaria emessa sull’oro dovesse essere convertita in metallo la sua quotazione non sarebbe di circa 35 €/g. ma, secondo una stima prudenziale, di 50/60.000 € /g!

Prima di scegliere questo impiego si deve essere consapevoli che si sta per investire in un prodotto finanziario e non in un bene rifugio.

 

Quale strumento scegliere

 

Ogni tipo di investimento nel nobile metallo ha pro e contro:

  • Un investimento finanziario in obbligazioni o certificati ha un’alta liquidabilità ma ha un’alta volatilità ed un rischio legato all’emittente
  • Gli strumenti derivati permettono di moltiplicare virtualmente il capitale impiegato e i potenziali utili ma anche le potenziali perdite
  • Le monete d’oro sono accettate in tutto il mondo, hanno un importo unitario modesto quindi è facile disinvestire anche solo una piccola parte. Lo spread denaro/lettera può essere elevato.
  • L’oro metallico ha l’indubbio vantaggio di azzerare il rischio di insolvenza dell’intermediario ma ha costi di intermediazione più elevati.

Non dimentichiamoci poi che la custodia fisica del metallo o delle monete potrebbe diventare un problema. Se si parla di una piccola quantità una cassaforte o una cassetta di sicurezza sono adeguate soluzioni.

Se invece parliamo di una strategia di investimento ben pianificata per la tutela del patrimonio allora le quantità possono diventare rilevanti e i rischi aumentare. Un rischio in particolare è ben descritto in questo articolo di Pierluigi Santacroce.

Esiste poi il vecchio mito secondo il quale se mai si dovesse “sparire” in fretta basterebbe mettersi in tasca il prezioso metallo e ricominciare la propria vita in qualche paradiso tropicale! Vi trovereste a vostro agio a passare il metal detector dell’aeroporto con 10 kili di oro addosso?

A parità di valore basta meno di un grammo di diamanti da investimento per sostituire un kilo d’oro e sono decisamente più discreti e trasportabili.

In sintesi l’oro è stato e sarà un buon investimento ma solo se affrontato con tutte le informazioni necessarie e gestendo alla perfezione il timing.

La consulenza di un esperto sarà determinante non solo per stabilire una giusta diversificazione in funzione dei vostri obbiettivi ma anche per curare tutti gli adempimenti legali e fiscali evitando spiacevoli “fraintendimenti” in caso di controlli.

Paolo Genta