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Stop ai ladri, il certificato e la sicurezza fanno un balzo in avanti

Se il certificato non basta come si fermano i ladri?

Sembra impossibile ma una strada esiste: rendere poco appetibile l’oggetto su quale hanno posato gli occhi.

È solo un sogno?

Fino ad oggi la miglior difesa era la tecnologialaser-scribe” che incideva il numero del certificato sulla cintura della pietra. Questo tuttavia non garantiva la proprietà ma solo le qualità della gemma.

Commesso il furto bastava lucidare il diamante per cancellare il numero e renderlo anonimo. I costi di questa operazione non sono elevati quindi il deterrente non è molto forte.

La soluzione è semplice quanto geniale: il numero del certificato deve diventare indelebile.

Tramite la nanotecnologia il certificato sarà “laser-in-scribe”: il numero identificativo sarà scritto permanentemente all’interno della pietra, ovviamente senza danneggiarla.

Per cancellarlo dovrò ritagliare il diamante spendendo soldi e perdendo molti preziosi carati, quindi valore.

Anche se sperimentale questa tecnologia ha grandi potenzialità ma per emergere dovrà lottare contro temibili concorrenti.

Aziende come De Beers, Gia, Alrosa e Tiffany sono in competizione per sviluppare i loro sistemi di tracciabilità, questo sistema innovativo tuttavia ha qualche asso nella manica.

Perché il problema non è solo l’eventuale furto. Il venditore deve anche recuperare la fiducia del cliente.

Si deve superare la semplice certificazione anche se basata su Blockchain.

Il certificato è uno dei problemi del mercato dei diamanti ma non l’unico

Gli altri sono la perdita dell’immagine causata dai troppi errori fatti sulla tracciabilità e la crisi di liquidità seguita ai disastri bancari.

In Italia si aggiunge anche il danno di immagine causato dalle banche che hanno provato a fare (male) il mio lavoro.

La possibile soluzione passa per una certificazione legata permanentemente alla singola gemma che renda concreta la famosa frase “un diamante è per sempre”.

Come? Sbirciamo insieme nel futuro!

Tutto parte dalla certezza di avere una “targainseparabile dal nostro diamante.

Oltre a poter controllare sul web le caratteristiche della pietra, saprò anche la sua provenienza, dove è stata lavorata, magari tramite un’App pensata anche per i Millenials che presto saranno i miei nuovi clienti.

Avrei così la garanzia della proprietà: non sarebbe più solo la fattura a certificare il mio diritto ma anche un registro indipendente, come per auto e case.

I diamanti sarebbero quindi utilizzabili dai mercati finanziari per portare liquidità al settore e come garanzia concreta per operazioni di credito.

Tutto questo diventerà realtà?

Sinceramente lo spero ma non si hanno ancora date certe.

Inoltre quando si parla di novità rivoluzionarie mi chiedo sempre se porteranno un reale vantaggio al cliente oppure solo nuovi ricavi all’ideatore.

Potenzialmente l’idea è ottima, a patto che non venga utilizzata solo per far pagare di più i diamanti, per vendere l’App o l’abbonamento al servizio, rendendo più cara la proverbiale salsa rispetto all’arrosto.

Alla prossima,

Paolo Genta

Diamanti rosa: il mistero diventa leggenda

Splendidi, ambiti, rari: i diamanti rosa sono pietre affascinanti e misteriose.

Così iniziava l’articolo che scrissi oltre un anno fa su queste gemme favolose. In 14 mesi il mercato ha riservato molte sorprese ma la notizia più importante è l’annunciata chiusura della miniera che li produce.

Tutti gli impianti hanno una vita operativa programmata e la miniera di Argyle, la miglior fonte mondiale di diamanti rosa, rossi e viola, ha quasi esaurito la sua.

Il Rio Tinto Group, proprietario del fortunato sito, prevede di chiudere gli scavi alla fine del prossimo anno. Intanto si gode i successi del lavoro compiuto, testimoniati dall’aumento dei prezzi negli ultimi anni:

 

+ 500% dal 2000 a oggi

 

Questo incremento non è dovuto solo all’imminente chiusura infatti nel 2018 i prezzi sono saliti “solo” del 18% mentre il numero di offerte durante l’asta annuale è cresciuto a doppia cifra ed i prezzi, seppur ancora segreti, hanno stabilito nuovi record.

 

Sono in molti quindi a credere che i diamanti rosa abbiano ancora grandi prospettive

 

Una società di Hong Kong ha acquistato in blocco i 64 lotti della “Argyle Pink Everlasting collection”, per un totale di 211 ct mentre un’azienda australiana si è aggiudicata le due pietre che potete ammirare qui sotto.

Diamante rosa

Diamante rosso

Sono, rispettivamente, la Argyle Verity (ct. 1.37, fancy purplish-pink) e la favolosa Argyle Enigma (ct. 1.75, Fancy red), a mio parere le più belle tra le 6 “Hero stones” regine dell’asta.

L’indicazione è chiara:

 

Gli investitori attenti che avevano fiutato l’affare continuano a crederci

 

Il mercato vuole queste pietre e l’offerta, già scarsa, si sta per ridurre ulteriormente. Quindi chi vuole un pezzo unico, degno di essere tramandato come un tesoro di famiglia, lo acquista adesso senza aspettare che i prezzi crescano ancora.

Credo molto nelle potenzialità di crescita dei diamanti rosa, per questo ho cercato a lungo una di queste gemme rare. Finalmente l’ho trovata, ad un prezzo non contenuto ma corretto.

Diamanti rosa

È una pietra di ct. 0,54, Fancy Vivid Purplish-Pink, venduta nell’asta del 2010 e finalmente tornata sul mercato.

Spero di avervi dato abbastanza elementi per incuriosirvi e valutare questo investimento, adesso tocca a voi agire.  Sono a vostra disposizione per approfondire questa opportunità.

Alla prossima,

 

Paolo Genta

Diamanti da investimento

Banche e diamanti: Atto III

Ci siamo! Adesso che il caso dei diamanti da investimento è diventato un caso giudiziario tutti si possono ergere a giudici, giuria e boia non solo delle banche ma anche di tutto il settore che tratta diamanti.

Questa reazione capita sempre, capita su ogni argomento, fa danni e poi si perde nell’oblio.

Io preferisco un approccio diverso dettato dalla mia abitudine a chiedermi perché i fatti seguano un certo percorso.

 

Riassunto delle puntate precedenti

 

13 luglio 2017: Appena inaugurato il mio blog ho deciso di scrivere subito dell’argomento più scottante, il rapporto tra banche e diamanti. Il punto focale era sul tipo di banche interessate ai diamanti da investimento: erano (e sono) le grandi banche d’affari, non le banche commerciali.

I diamanti da investimento devono essere certificati

Il giorno dopo ho pubblicato una breve guida alla scelta dei diamanti da investimento. Sottolineavo quanto fosse vitale avere le informazioni giuste per scegliere un investimento, di qualunque tipo esso fosse.

Proprio l’informazione è stata l’argomento dell’articolo successivo dove proponevo un approccio trasparente al mercato dei diamanti.

Ho completato poi il panorama scrivendo sui punti caldi per i clienti: la poca liquidità del mercato, il rendimento dei diamanti e le fake news che li circondano.

 

Si arriva così all’8 marzo 2018. Dopo le numerose richieste di informazioni, consulenza e valutazioni ho tratto alcune considerazioni sulla tempesta in corso.

Ho cercato di spiegare con chiarezza perché i prezzi delle banche fossero folli e come calcolavo il prezzo di riacquisto quando una persona mi offriva uno di questi diamanti da investimento.

 

Il senso della giustizia

 

Ed eccoci al proverbiale nodo: di chi è la colpa?

Già, perché se non riusciamo a trovare qualcuno al quale dare la colpa ci sentiamo defraudati, patiamo per l’ingiustizia della cosa.

Che sia la formazione della squadra del cuore dopo una sconfitta, la personale interpretazione dell’ultima legge o sentenza oppure che si debba giudicare l’ultimo fatto di cronaca non possiamo evitare le critiche feroci. Ci serve almeno un capro espiatorio e noi ci assolviamo così da ogni responsabilità.

 

La morale della storia: l’avidità

 

Per lavoro vendo diamanti e come tutti gli imprenditori cerco sempre nuovi clienti.

Il mio dovere, che spero sia anche un fattore strategico di successo, è informare al meglio i clienti senza creare false aspettative pur di vendere qualcosa.

Ma qual è il dovere delle persone? Esistono infinite tipologie di clienti per i diamanti da investimento, alcune estremamente prudenti e attente altre spregiudicate.

Questo è il cuore del problema: acquistare un diamante da investimento oggi, rivenderlo pochi mesi dopo ed andare in vacanza ai tropici con gli utili. È una chimera,  possibile ma molto, molto improbabile.

Soprattutto può capitare una volta ma non è certo la regola sulla quale programmare tutto il proprio reddito.

 

Il furbo della storia

 

E le banche? Hanno semplicemente approfittato di una situazione perfetta commettendo però due errori gravissimi: cedere all’avidità e non tutelare i clienti.

A pensarci bene non è certo una novità, gli scandali in campo bancario sono noti (Parmalat, Bond argentini, mutui sub prime, obbligazioni subordinate) come anche le scuse usate (è il mercato, sono le condizioni internazionali, ci hanno nascosto la reale situazione, il nostro prodotto perso meno di altri) eppure molti continuano a fidarsi ciecamente. Lo sbaglio non è fidarsi ma farlo ad occhi chiusi.

Un personaggio dello spettacolo coinvolto in questa truffa ha stigmatizzato la situazione: “se si fosse presentato alla mia porta un venditore di diamanti senza aver dietro una banca gli avrei chiuso la porta in faccia”. Comprensibile ma anche sbagliato.

Parafrasando uno slogan di un istituto di credito posso affermare che “Gli investimenti si faranno anche in banca ma i diamanti si comprano dal gioielliere”.

Mi ricordo perfettamente quante porte in faccia ho ricevuto, fa parte del lavoro e lo accetto. Mi spiace solo di non aver avuto la possibilità (o la capacità) di provare a queste persone la validità dei diamanti da investimento comprati al giusto prezzo.

 

A volte ritornano

 

Alcune persone, dopo avere legittimamente rifiutato le mie proposte, hanno acquistato i diamanti in banca e adesso sono tornate da me per rivenderli, rimanendoci molto male quando comunicavo loro il reale valore delle pietre. Questa è una cosa che accetto con difficoltà.

Con alcuni sono riuscito ad approfondire l’argomento perché volevo capire come la banca fosse riuscita dove io avevo fallito. Tutte le risposte avevano in comune due elementi:

  • “Mi hanno detto che il prezzo era sempre in crescita
  • “Mi hanno garantito che potevo rivenderli quando volevo

Non vorrei essere brutale ma devo dirlo: sono delle balle colossali.

 

Il brusco risveglio

 

In economia vigono alcune leggi ferree: una vendita si conclude solo quando domanda e offerta si accordano su un determinato prezzo. Se la domanda supera l’offerta il prezzo sale, altrimenti scende.

Questa legge non ammette eccezioni ma ammette dei trucchi, alcuni leciti altri truffaldini.

Le quotazioni dei diamanti nel lungo periodo si sono apprezzate ma non sempre e non costantemente.

Andamento diamanti da investimento

Immaginiamo di aver comprato nel lontano 1985, per un simbolico “100”, un diamante da 1 carato di una buona qualità commerciale, senza esagerare, diciamo di colore H e purezza VS2 (non conoscete le classi dei diamanti? Le potete leggere qui).

Oggi quello stesso diamante varrebbe 271 ma dopo un picco a 217 nel 1999 è sceso leggermente fino a 210 nel 2001, 2002 e 2003. Anche negli anni successivi oltre alla crescita ci sono state delle leggere correzioni. Nulla cresce sempre e senza pause.

 

E adesso cosa posso fare?

 

Anche i clienti hanno una responsabilità: non hanno saputo trarre i dovuti insegnamenti dai molti rovesci bancari degli ultimi anni ed hanno continuato a riporre la loro fiducia in chi l’aveva tradita ripetutamente.

Ma la loro responsabilità è lievissima se paragonata a quella enorme delle società coinvolte che hanno abusato della loro posizione, hanno illuso i clienti, fornito informazioni false e approfittato del legittimo desiderio di protezione del proprio patrimonio.

A quanti mi hanno interpellato ho fornito la documentazione comprovante i sovrapprezzi e ho consigliato loro di rivolgersi alla banca venditrice. L’obbiettivo di ottenere il rimborso integrale ed il ritiro dei diamanti minacciando la chiusura dei conti ed un’azione legale spesso è stato raggiunto. Oggi la questione potrebbe essere più complicata a causa dell’elevato numero di richieste che inevitabilmente arriveranno.

Piazzare queste pietre sul mercato sarà possibile ma solo accettando una perdita almeno del 70 % di quanto investito. Ecco perché è una scelta che sconsiglio fortemente.

 

Cosa ci riserva il futuro?

 

Questa truffa ha danneggiato molto l’immagine dei diamanti da investimento creando una sfiducia ingiustificata verso un investimento potenzialmente remunerativo.

Stranamente si tende a dare la colpa dell’accaduto ai diamanti anziché alle banche. La responsabilità non è dell’oggetto ma del truffatore che lo ha fatto pagare tre volte il suo giusto prezzo.

E come se dessimo la colpa alla mela perché l’abbiamo acquistata per 15 € ad una sfilata di moda anziché al venditore che ci aveva illuso sulle sue qualità magiche.

Facili battute a parte mi aspetto ancora pesanti strascichi. Queste pietre troveranno sicuramente una collocazione sul mercato ma ai prezzi correnti. Temo anche che molti proveranno a pagarle pochissimo per tentare la speculazione.

Il mio consiglio è di lottare per ottenere il rimborso dalle banche, riacquistare le stesse pietre tramite i canali giusti ed al giusto prezzo ed utilizzare l’avanzo per quello che preferirete.

Abbandonare questo settore di investimento sarebbe come dire che consideriamo l’investimento immobiliare una truffa perché un intermediario ci ha convinto a comprare un alloggio in periferia al prezzo di un attico in centro. Il problema non sono le case, ma i professionisti ai quali ci affidiamo.

 

Paolo Genta

Tormalina Canary

Terzo articolo del mio viaggio nel colore, la protagonista è la tormalina gialla.

Nota commercialmente come tormalina Canary il suo nome gemmologico, anche se poco accattivante, è “Elbaite”.

Le tormaline esistono in tutti i colori dell’arcobaleno, la varietà gialla, anche più rara della favolosa Paraiba, deve il suo colore al contenuto di Manganese (fino al 9%), a tracce di Titanio ed alla mancanza di ferro.

Tormalina Canary 14 ct. Malawi

Per essere classificate “Canary” le tormaline devono avere come colore primario il giallo. Una leggerissima nota verde come colore secondario dona l’ambito colore “Neon” mentre un leggero arancione rende la pietra dorata.

Per i gioielli autunnali si scelgono gemme con il marrone come colore secondario.

Le tormaline Canary arrivano principalmente da Malawi, Zambia, Mozambico e Nigeria. Alcune gemme favolose sono state scoperte in Afghanistan e Pakistan.

Tormalina canary 7.11 ct.

Le pietre di grandi dimensioni esistono ma sono rare e molto costose. Sopra potete ammirare una pietra da 7.11 ct. del valore di 64.500 dollari.

Si possono trovare pietre sotto il carato a prezzi contenuti mentre oltrepassare i 2 carati fa lievitare esponenzialmente i prezzi.

Per natura è una pietra con inclusioni, se sono leggere è considerata già una bella gemma, se sono assenti si ha una gemma eccezionale.

Il suo colore naturale non necessita di trattamenti termici. Alcuni minatori tuttavia la trattano a “bassa temperatura” (500 – 700 °C) per ridurre le componenti verde e marrone.

Oltre che splendida protagonista per qualunque gioiello questa tormalina è anche un’interessante opportunità di investimento.

Le cose belle e rare hanno la piacevole abitudine di rivalutarsi nel tempo. Molti anni fa un collezionista lungimirante acquistava gli “scarti” dei diamanti, quelli colorati.

Oggi la sua collezione ha un valore superiore ai 100 milioni di dollari! Perché non imitarne l’esempio?

Se l’opportunità vi incuriosisce contattatemi, risponderò con piacere a ogni vostra domanda.

 

Paolo Genta

Credits per l’immagine in evidenza: Collana in platino e oro verde con tormalina canary da 30 ct. (la più grande conosciuta di questa qualità) e 19 ct. di diamanti. Design by Eddie Sakamoto. Image by Dave Cruz Photography. Photo courtesy of Shelly Sergent.

Padparadscha 28.04 Christies's 11_2017

Zaffiro Padparadscha: la gemma del fiore di loto

Una gemma antica il cui nome, Padparadscha, deriva dal sanscrito e significa “colore del fiore di loto”. È una varietà di corindone dal colore complesso: una magica unione di rosso, giallo e bianco che rendono questa pietra rara e ambita.

 

Qual è il “vero”colore del Padparadscha?

 

Gli esperti stanno dibattendo da 1.500 anni su quale sia il colore perfetto (si parla di “arancione rosato”).  Nei secoli ci si è avvicinati a ciò che quest’immagine rappresenta benissimo.

In natura non esiste un solo standard, il fascino di una gemma risiede proprio nella sua unicità.

Sul mercato si trovano Padparadscha con colori differenti ma tutti hanno il calore di un tramonto sfumato dalla delicatezza del rosa del fiore di loto.

I colori del Padparadscha

Attualmente tutti i corindoni con sfumatura rosa e colori tra il giallo-arancio e il rosso-arancio sono considerati Padparadscha.

I primi provenivano da Ceylon, l’attuale Sri Lanka. In seguito altri fortunati giacimenti sono stati scoperti in Madagascar, in Vietnam nel distretto Quy Chau e in Tanzania nella regione Tunduru.

Padparadscha ct. 20.84 Christies's 2005

Alcuni collezionisti ritengono che il titolo di Padpardscha dovrebbe appartenere solo ai corindoni originari dello Sri Lanka ma è più un vezzo da puristi che una regola di mercato.

 

Quanto costa una gemma così rara?

 

Moltissime pietre sono trattate termicamente per enfatizzarne la bellezza e non sempre questo processo è identificabile.

Questa difficoltà rende ancora più preziose quelle certificate come completamente naturali. I prezzi partono da 1000 $/ct e le quotazioni delle gemme più rare superano i 50.000 $/ct.

Padparadscha - Ph. Tino Hammid

Questo anello monta un Padpardscha da 30 ct. ed è considerato, al momento, il miglior esempio del colore perfetto. Posso solo immaginare la fatica che il fotografo ha dovuto fare per riprodurlo in un’immagine.

 

Quale Padparadscha scegliere?

 

Il mercato di oggi richiede definizioni sempre più dettagliate e precise.

Ma siamo sicuri che questo sia nell’interesse del consumatore?

Nessun laboratorio al mondo ha mai rifiutato la catalogazione di “zaffiro” per un corindone con colori tra il blu tenue e il blu quasi nero. Non importa il tono, la saturazione o l’uniformità del colore. Perché allora cercare di limitare ad un solo colore una gemma che per natura ne ha di meravigliosi?

Lasciatevi conquistare dalla bellezza della varietà e scegliete quello che vi colpisce di più.

Con il precedente articolo ho iniziato un viaggio nel colore per farvi scoprire pietre affascinanti e diverse dal diamante. Toccheremo tutti i continenti, scopriremo colori incredibili e nuove opportunità. Viaggiate con me?

Paolo Genta

Per scrivere questo articolo ho attinto a diverse fonti, tutte molto autorevoli, e ho rivissuto i primi anni della mia attività, quando divoravo i testi di gemmologia tanta era la curiosità. Le cito in ordine di apparizione:

  • Christie’s Images Ltd per l’immagine di copertina ed il primo anello
  • Tino Hammid per la foto del secondo anello
  • iStockphoto.com per l’immagine del fiore di loto e Richard W. Hughes per lo splendido tramonto su Bagan, in Myanmar
  • Richard Hughes, autore di Ruby & Sapphire e di molti interessanti articoli sulle gemme e sulle parole usate per definirle.
Diamante rosa Winston Pink Legacy

Sfida tra titani per il diamante rosa più costoso

A metà novembre Harry Winston, il famoso gioielliere di New York ha stabilito un nuovo primato.

Partecipando all’asta di Christie’s a Ginevra si è aggiudicato il famoso “Pink Legacy”: un favoloso diamante rosa, tagliato a smeraldo, di quasi 19 ct. per la “modesta” somma di $ 50.400.000.

Diamante rosa Winston Pink Legacy

Questo è il nuovo record mondiale di prezzo per queste gemme rare e meravigliose.

Da diversi anni si assiste ad un trend crescente sia nella domanda che nei prezzi dei diamanti colorati, in particolare per quelli rosa.

L’interesse per questi beni non è limitato allo status symbol che ne deriva dal possesso ma li vede come opportunità di investimento.

Il colosso minerario russo Alrosa ha recentemente scoperto un diamante rosa da 27.85 ct. che, grazie alla sua eccezionale purezza, sarà venduto per forse $ 14.000.000.

Diamante rosa ALrosa

Si può solo immaginare quale magnifica pietra nascerà dal taglio di questo grezzo e nessuno si azzarda ad ipotizzarne il prezzo!

Queste pietre sono lontane anni luce dalle mie possibilità ma da professionista devo accettare quello che il mercato mi insegna.

 

La qualità paga, sempre.

 

Quando ci si avvicina a questo mondo il costo diventa relativo ed il budget da investire lo decide il cliente.

Il mio compito invece è fornirgli le pietre migliori per le sue esigenze. Solo così si minimizzano i rischi e si fanno buoni investimenti.

Anche una pietra da poche centinaia di euro deve essere la migliore possibile, non necessariamente la più grande ma la più bella.

Paolo Genta

Diamanti gialli

Alrosa mining: una rivoluzione nel mercato dei diamanti?

Diamanti gialli

Il settore dei diamanti è sempre in fermento. L’ultima novità in questo mercato è l’idea del gigante russo Alrosa, primo estrattore mondiale, di integrare estrazione, taglio e vendita all’interno dell’azienda.

Il progetto è attualmente limitato alle pietre colorate per attaccare il predominio del Rio Tinto Group, proprietario della leggendaria miniera di Argyle, la miglior fonte al mondo di diamanti rosa.

Dubito che si estenderà anche al settore dei diamanti bianchi ma le ragioni di questa scelta sono molto interessanti.

Forte della sua posizione dominante nell’estrazione Alrosa vuole fornire un servizio “dalla miniera al consumatore” che garantisca la provenienza delle gemme più belle.

L’esperienza maturata durante gli ultimi anni nel taglio di gemme colorate di particolare bellezza è stata ammirata alla fiera di Hong Kong lo scorso settembre.

L’accento è stato posto sulla qualità del taglio ottenuta dai tagliatori russi. Il chiaro intento è la creazione di un brand per i diamanti più rari ed ambiti. La garanzia sull’etica dell’intera filiera crea un ulteriore vantaggio competitivo nel mercato più esclusivo del mondo.

Se siete curiosi di saperne di più sulla tracciabilità dei diamanti vi segnalo i miei articoli sulle strade che seguono e sull’uso della crittografia per identificarli.

Prossimamente vi parlerò del KYC form (Know Your Customer). È il modulo che devo compilare per poter acquistare diamanti dai fornitori più importanti e mi sottopone  ad una serie di controlli piuttosto approfonditi e invasivi.

Questo però mi permette di acquistare dalle migliori aziende pietre etiche ed offrire a voi una qualità senza compromessi.

Paolo Genta

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La tracciabilità dei diamanti: ecco le loro strade.

Oggi si stima molto la tracciabilità, viene considerata un valore aggiunto per ogni prodotto.

Proprio sulla tracciabilità dei diamanti si è scritto e detto molto, non sempre però rispettando la realtà dei fatti.

Ho già scritto un articolo sui problemi morali dei diamanti, adesso vorrei svelarvi i percorsi di queste gemme e il loro reale peso economico.

Le strade del minerale grezzo

Fino a pochi anni fa i diamanti grezzi dovevano seguire percorsi a volte tortuosi per arrivare nelle taglierie.

Una volta estratti erano spediti a Londra per la selezione, poi arrivavano ad Anversa per essere venduti e finalmente giungevano in taglieria dopo essere passati per 4 o 5 mani diverse.

Nel 2013 De Beers ha spostato le operazioni di selezione a Gaborone, in Botswana mentre Dubai è diventato il secondo centro mondiale per il grezzo grazie ai problemi fiscali e bancari di Anversa.

Anversa è ancora saldamente al comando con circa l’84% del grezzo mondiale che transita ancora qui.  Sono infatti le miniere piccole e medie che vendono il loro grezzo nelle aste della città belga a manternerla in vetta!

Dove si tagliano i diamanti?

L’80 / 90% del grezzo estratto è tagliato in India, nel distretto di Surat e da lavoro a mezzo milione di persone generando più di 70.000.000 $ di fatturato al giorno! Grazie ai diamanti e al settore tessile Surat è una delle aree di maggior benessere dell’India con il più alto tasso di crescita del Pil.

Circa un terzo dei diamanti tagliati in India è spedito direttamente dalle miniere di Russia, Canada, Botswana e da altre minori mentre il 57% arriva complessivamente da Belgio ed Emirati Arabi.

I protagonisti di questo mercato?

La spina dorsale degli scambi è rappresentata da accordi a lungo termine tra pochi selezionati acquirenti e le principali compagnie minerarie. De Beers, Alrosa, Rio Tinto e Dominion diamond rappresentano da sole circa il 70% del mercato globale.

Questi colossi sono gli unici in grado di programmare e garantire rifornimenti che permettano alle maggiori taglierie di operare senza interruzioni.

Le altre miniere, medie o piccole, solitamente organizzano aste o gare d’appalto per massimizzare il prezzo realizzato.

I grossisti di primo livello

Al momento esistono 124 società, dette Sightholders, che acquistano i diamanti tagliati grazie a questi contratti a lungo termine e si occupano di distribuirli a livello mondiale.

È tramite loro che i diamanti iniziano la strada che li porterà fino a voi.

Solo una piccola fetta del mercato è rappresentata da grossisti che acquistano il grezzo, solitamente di altissima qualità, per tagliarlo in proprio e vendere direttamente le gemme così ottenute.

La tracciabilità oggi

Tutti gli attori di questo mercato aderiscono al Kimberley Process: un accordo internazionale volto a stroncare l’uso illecito dei profitti di questo mercato. Di concerto con le Nazioni Unite questo sistema continua ad avere una grande efficacia.

Ad oggi solo la Repubblica del Congo è esclusa dall’accordo mentre Costa d’Avorio e Liberia sono oggetto di sanzioni Onu.

Il futuro della tracciabilità

È in fase di test l’applicazione dell’algoritmo Blockchain per certificare ogni singolo passaggio dalla miniera fino a voi.

Ma questo lo approfondirò nel prossimo articolo!

Paolo Genta